Oggi, a borse chiuse, scatterà la nomina dei nuovi presidenti, dirigenti e amministratori delegati delle principali holding di stato. La scelta dei prossimi numeri uno, come dichiarato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio “seguirà principi di rinnovamento e di parità di genere”. A lasciare le poltrone saranno infatti Paolo Scaroni (Eni), Fulvo Conti (Enel), Flavio Cattaneo (Terna s.p.a) e Massimo Sarmi ( Poste Italiane), tutti con più di tre anni di lavoro alle spalle. Le esigenze di rinnovamento si inseriscono in un più ampio contesto di spending review che contrasta non poco però con le liquidazioni, anch’esse d’oro, che spetteranno ai super manager in uscita.
Secondo le stime calcolate da Luca Piana su L’Espresso, Scaroni dovrebbe prendere -solo di buona uscita- circa 8,3 milioni di euro, Conti 6,4 e Cattaneo 2,4. Cifre intoccabili, poiché preventivamente fissate nei contratti di lavoro ed evidentemente non in linea con il tetto agli stipendi fissato, dal premier Matteo Renzi, a 400mila euro. Saranno meno fortunati, a quanto pare, i prossimi dirigenti, con una retribuzione massima pari ad un terzo del compenso dell’ a.d. di Eni, Paolo Scaroni.
Per quanto riguarda i nomi, ancora niente di sicuro. Si ipotizza l’arrivo di Francesco Starace- amministratore delegato di Green Power- ai vertici Enel e di Descalsi ad Eni, di cui è già direttore generale. Tra le donne in corsa troviamo Emma Marcegaglia, primo presidente di Confindustria e Paola Severino, ex ministro della Giustizia nel governo Monti.
Difficile non stupirsi davanti al nome di Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, candidato alla sostituzione di Alessandro Pansa come a.d. di Finmeccanica. Moretti, infatti, aveva minacciato di lasciare la direzione di FS e di volare all’estero in caso di tagli agli stipendi dei manager pubblici.
Cecilia Greco