Le proprietà dei fratelli imprenditori Antonio, Salvatore e Luigi Righi, arrestati lo scorso gennaio per camorra, sembrano un pozzo inesauribile. I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno individuato e sequestrato altre sei attività commerciali.
I tre napoletani erano stati arrestati dai militari del Nucleo Investigativo di via in Selci all’inizio del 2014, con l’accusa di aver tirato su una vera e propria holding di ristoranti legati alla Camorra nel centro di Roma. I carabinieri hanno scovato e sequestrato, a distanza di oltre due mesi, nuovi immobili in provincia di Napoli, in Calabria e ancora nella Capitale. Dunque il valore dei beni sequestrati, tutti gestiti ora dagli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale, raggiunge la somma di 7 milioni di euro.
Le attività di riciclaggio di cui sarebbero colpevoli i fratelli Righi sono state svolte nella gestione di alcuni immobili in Campania, di una società, attiva nella vendita e noleggio di mezzi agricoli e di movimento terra, a Reggio Calabia e di ben quattro bar romani, ubicati in vie molto centrali e frequentate (via Agonale, nei pressi di piazza Navona; vicolo del Bottino, a due passi da piazza di Spagna; e piazza Sant’Apollinare).
Corinna Spirito