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Via i diplomatici dalla Siria. Assad nomina il nuovo premier

di Domenico Cavazzino06 Giugno 2012
06 Giugno 2012

Anche la Siria inizia a cacciare gli ambasciatori. Dopo le espulsioni dei suoi rappresentanti dai vari Paesi del mondo, ultimo l’ambasciatore siriano in Italia, lo Stato medio-orientale non perde tempo e passa alle vie di fatto.
L’ambasciatore italiano, Achille Amerio, insieme a quello statunitense, inglese, francese, spagnolo, svizzero, turco è stato giudicato persona non gradita e invitato ad abbandonare Damasco. Questa la risposta della Siria alla cacciata dei suoi rappresentanti, avvenuta in seguito alla strage di Hula, lo scorso 25 maggio, in cui sono stati uccisi 108 siriani. La decisione è stata motivata dal ministro degli esteri siriano in base al “principio di reciprocità”; il ministro ha poi continuato auspicando che i Paesi oggetto del provvedimento rivedano le loro decisioni, correggendo le proprie posizioni affinché «i rapporti tornino alla normalità».
Tuttavia l’ordine d’espulsione è stato per lo più un gesto simbolico in quanto molti dei diplomatici in questione avevano già abbandonatola Siria.
Strappo difficilmente ricucibile. Secondo Kofi Annan, inviato dell’Onu, la strage di Hula è stato il punto di non ritorno e nessuno, al momento, è in grado di prevedere un termine della crisi siriana. Resta valido il piano concordato ad aprile dallo stesso Kofi Annan con i rappresentati del regime e dei ribelli che prevedeva il cessate il fuoco, dialogo politico e aiuti umanitari. Un patto mai realmente rispettato, da qui le preoccupazioni delle Nazioni Unite. A questo proposito giunge un’apertura da Parte della Russia che ha deciso di coordinare le sue azioni, insieme alla Cina, per favorire l’applicazione del piano di Annan. La notizia è stata comunicata dal ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, e arriva dopo le chiusure dei giorni scorsi da parte del Presidente russo, Vladimir Putin, e del premier cinese, Hu Jintao, circa la possibilità di rimuovere con la forza gli esponenti del regime. Tuttavia da Mosca arriva un’apertura in quanto non si considera più una priorità la permaneza al potere del Presidente siriano Assad.
Questa notte nuovi scontri a Damasco che hanno visto i ribelli sferrare un violento attacco alle forze governative.
Nuovo premier. Intanto il Presidente Bashar al Assad ha nominato il nuovo premier. La scelta è caduta su Riyad Hijab, ex ministro dell’agricoltura, a cui è stato dato l’incarico di formare un nuovo governo. Hijab succede ad Adel Safar, nominato nell’aprile 2011 dopo lo scoppio delle prime rivolte popolari.

Domenico Cavazzino

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