Si chiama Sylvia ed è un falco da un’apertura alare di 120 centimetri il nuovo arrivato in Vaticano. La Santa Sede si è munita del grosso volatile esclusivamente per difendere il volo delle colombe liberate durante gli Angelus.
A spingere lo Stato Pontificio ad ‘assoldare’ Sylvia sono state le recenti aggressioni subite dalle colombe papali che, una volta liberate, subivano gli attacchi di gabbiani e corvi. L’episodio più eclatante lo scorso 26 gennaio quando i bianchi volatili liberati da Papa Francesco furono letteralmente predati da un gabbiano e da un corvo.
Il ‘nuovo garante dell’ordine dei cieli vaticani’ è un falco di Harris, rapace americano di basso volo straordinariamente fedele al proprio falconiere e con comportamenti sociali più vicini ai cani che ad altri uccelli. Estremamente intelligenti, i falchi appartenenti a questa famiglia vengono utilizzati per scopi didattici nei centri sanitari o di cura, oltre ad essere degli straordinari predatori e dei difensori dei cieli senza eguali. Il volatile in questione, allevato in Nord Italia, si trova già a Roma e sarà assegnato ad una squadra delle guardie svizzere.
Sylvia non solo proteggerà le colombe ma caccerà lei stessa i gabbiani e i corvi. Della serie predatori scacciati da altri predatori: prevenire, evidentemente, è meglio che curare.
Continua dunque il connubio tra grandi predatori dei cieli e Roma: dall’aquila imperiale a quella della squadra di calcio della Lazio sono tanti gli esempi di interazione tra la Città Eterna ed i padroni dei cieli.
Mario Di Ciommo