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Aumento tassa di soggiorno a Roma: protestano in piazza gli albergatori

di Mario Di Ciommo08 Aprile 2014
08 Aprile 2014

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Gli imprenditori del turismo si sono dati  appuntamento oggi in piazza Santi Apostoli per manifestare il loro dissenso contro la proposta del Campidoglio di aumentare la tassa di soggiorno. Promossa da Confcommercio Roma l’iniziativa ha coinvolto un centinaio di persone che, armate di bandiere, fischietti e cartelloni, hanno manifestato pacificamente ma energicamente contro una tassa, a loro modo di vedere, estremamente dannosa per il settore turistico dell’Urbe.

Tantissimi gli striscioni esposti contro l’aumento. Da ‘Roma Capitale non farti del male’ a ‘Il turismo è una ricchezza, difendiamolo’ sino ai messaggi scritti in inglese (Dear tourist, we are also protesting on your behalf – Caro turista, stiamo protestando anche per te) indirizzati direttamente ai turisti che, incuriositi, si fermavano ad osservare la protesta degli albergatori.‘L’aumento consiste nel raddoppiare una tassa di soggiorno che già adesso è tra le più alte d’Europa – ha dichiarato Bernabò Bocca, presidente nazionale Federalberghi – e che rappresenterebbe una mazzata per un settore chiave dell’economia romana”.

Per intenderci, una stanza doppia in un albergo a 5 stelle costerebbe, solo di tassa di soggiorno, 20 euro a notte. Ma a subire i danni maggiori sarebbero le categorie medie, con sensibili aumenti anche per alberghi a 3 e 4 stelle e per i Bed&Breakfast e le Case vacanze.

Il rischio è quello di una perdita di competitività di Roma a livello internazionale, con interi flussi turistici letteralmente ‘dirottati’ su altre mete, evidentemente più convenienti. “Non si possono sempre coprire i buchi di bilancio mettendo le mani in tasca ad una categoria fondamentale per Roma e che ha già dovuto far fronte a tasse ed aumenti” ha detto Walter Pecoraro, presidente Federalberghi Lazio, che poi ha aggiunto: “Quello che abbiamo proposto e che viene già attuato in molte altre città europee e non solo è la cosiddetta ‘city tax’, che non va a colpire soltanto gli albergatori ma coinvolgerebbe tutti i settori che godono dei benefici dei flussi turistici. In questa maniera i singoli commercianti ed imprenditori non si dovrebbero svenare ed il gettito sarebbe di gran lunga maggiore”.

Pagare tutti quindi per pagare meno. Ma c’è anche chi avrebbe in mente una forma di protesta molto più estrema. È il caso di Valter Giammaria, presidente della Confesercenti di Roma: “Se non saranno ascoltate le nostre richieste non escludiamo una serrata delle strutture ricettive della Capitale”. Albergatori decisi e compatti dunque nella protesta, che si avvale di due pagine Facebook (‘No alla tassa sul turismo’ e ‘Federalberghi Roma’) ed una Twitter (@FederalbergiRM) per dar sfogo a imprenditori, turisti o semplici cittadini che non sono d’accordo con l’aumento sulla tassa di soggiorno.

Mario Di Ciommo

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