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Roma sommersa dai rifiuti? Allarme del sindaco Marino: “Il governo trovi una soluzione”

di Domenico Cappelleri04 Aprile 2014
04 Aprile 2014

malagrotta

«Tra qualche giorno Roma potrebbe essere sommersa dai rifiuti». E’ l’allarme lanciato dal sindaco Ignazio Marino che nella serata di ieri ha telefonato al ministro dell’ambiente Galletti per trovare una soluzione alla crisi. «Per ora l’unica soluzione è portare i rifiuti all’impianto di Cerroni» ha detto il primo cittadino della Capitale. Nel pomeriggio Marino ha incontrato il procuratore Giuseppe Pignatone e ha indicato gli impianti di trattamento meccanico biologico di Malagrotta e il tritovagliatore di Rocca Cencia, tutte strutture di proprietà del “re della spazzatura” agli arresti domiciliari da gennaio, insieme ad altri sei persone,  per lo scandalo della gestione rifiuti nel Lazio. Il 20 febbraio scorso il prefetto Giuseppe Pecoraro ha fatto scattare un’interditiva con la quale la ditta Colari di Cerroni non poteva avere rapporti di lavoro con l’AMA e i contratti in essere dovevano essere estinti. Il giorno successivo Marino aveva firmato un’ordinanza che permetteva di congelare il provvedimento fino al 26 maggio. La situazione però è precipitata negli ultimi giorni, e il primo cittadino è piuttosto preoccupato: «Siamo in una situazione di stallo totale – ha sottolineato-. Ho parlato con il procuratore Pignatone affinché mi venga indicata una strada da percorrere. Io non voglio muovermi nell’illegalità e tantomeno voglio riaprire Malagrotta – taglia corto Marino-. Vorrei sapere in quale direzione mi devo muovere. Qualcuno me lo deve dire. Ne parlerò anche con il prefetto Pecoraro».
Sulla vicenda è critico il ministro dell’ambiente Galletti che afferma: «Convocherò tutte
le parti interessate, mettendo ciascuno di fronte alle proprie responsabilità, ma non accetterò lo scaricabarile su un tema che è di piena e completa competenza regionale e comunale». Poi usa toni ancora più aspri: «L’emergenza rifiuti nella Capitale è una lunga vergogna politica per tutto il Paese che pesa sulle amministrazioni di oggi e su quelle di ieri, aldilà delle eventuali responsabilità penali che sarà la magistratura a giudicare».
Intanto sulla capitale scende lo spettro della crisi di Napoli del 2007 e mentre tra enti locali e governo continua il rimpallo di responsabilità, nessuno per anni ha scelto il sito per la nuova discarica dopo la chiusura di Malagrotta. Allo stesso tempo diversi fondi della capitale vengono utilizzati per smaltire l’immondizia nelle regioni del nord.
Il sito di Malagrotta comprendeva 2400 ettari e permetteva lo smaltimento di 5000 tonnellate di rifiuti fino al giorno fino alla chiusura nell’ottobre del  2013 dopo le denunce dell’Unione europea riguardo il non corretto smaltimento dei rifiuti. Poi lo scandalo “Colari” che ha portato alla situazione alla quale si è arrivati. Si attendono sviluppi nelle prossime ore.

Domenico Cappelleri

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