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L’Aquila, 5 anni di macerie. SOS24 su comunicazione di crisi ed emergenza

di Nino Fazio02 Aprile 2014
02 Aprile 2014

L’Aquila, 5 anni di macerie. Venerdì e sabato l’evento SOS24 su comunicazione di crisi e di emergenza

Sono passati 5 anni da quel 6 aprile, quando alle 3.32 una scossa di magnitudo 5,8 della scala Richter ha sventrato L’Aquila e alcuni territori circostanti. Tra le macerie ancora fumanti, il corteo dei politici che giurarono sulle bare delle 309 vittime che la città sarebbe stata ricostruita in tempi brevi. Dopo 5 anni L’Aquila è ancora una città morta e la “zona rossa” è ancora inaccessibile e puntellata dai ponteggi dei lavori in corso. Gli studenti vanno ancora a scuola nei container che, rivela “Il Fatto Quotidiano”, solo per la manutenzione sono costati nell’ultimo anno 444mila euro.
SOS24 per riflettere, ricordando. Venerdì prenderanno il via le giornate della memoria, per mantenere vivo il ricordo delle vittime. L’evento SOS24 – organizzato dall’ANSO (Associazione Nazionale Stampa Online) e dalla testata locale il Capoluogo.it – si terrà il 4 e il 5 aprile presso l’Auditorium Renzo Piano de L’Aquila e sarà incentrato sull’importanza della comunicazione di crisi come avvertimento della popolazione e di emergenza nei momenti immediatamente successivi alle catastrofi.
Il programma. La due giorni di iniziative si apre alle ore 16 di venerdì con “Sentinelle della notizia”, una rievocazione di quei giorni tragici attraverso il racconto dei canali di comunicazione direttamente coinvolti. Alle 18 “L’emergenza viaggia in rete” analizza il differente approccio tra testate online e cartacee nel raccontare le situazioni di calamità naturali.
Sabato mattina, invece, è previsto un sopralluogo straordinario nel centro storico de L’Aquila e nella frazione di Onna riservato ai giornalisti accreditati. Dal sopralluogo verrà realizzato un reportage sulle attuali condizioni dei territori martoriati e sullo stato dei cantieri dei Beni Culturali che interessano i palazzi aquilani di valore. Nel pomeriggio, alle 15, verrà consegnato un riconoscimento al giornale “ilCapoluogo.it” per il ruolo fondamentale svolto nei momenti dell’emergenza. Il dibattito – al quale parteciperà il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli – verterà sul confine davvero labile tra una corretta informazione di crisi e un procurato allarme. Accusa, quest’ultima, gravissima che però non può giustificare le omissioni e le false rassicurazioni, volte a calmare la popolazione. È per questo che i sette scienziati della Commissione Grandi Rischi sono stati condannati in primo grado nel gennaio dello scorso anno.
Un allarme volutamente ridimensionato. Dalla sentenza del giudice Marco Billi si apprende che gli scienziati, riunitisi a L’Aquila il 31 marzo del 2009, si prestarono a una “operazione mediatica” – voluta dall’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso – che ha causato un “inequivoco effetto rassicurante”. Ben 28 delle 309 vittime – si apprende dalla sentenza – furono così indotte “ad abbandonare le misure di precauzione individuali seguite per tradizione familiare in occasione di significative scosse di terremoto, con tragiche conseguenze”.
“Il futuro non può attendere”. L’incontro si chiuderà con un grido di speranza: “il futuro non può attendere” non è solo un punto della situazione sulle poche cose realizzate e sulle tante che ancora restano da fare.
La politica – inoperosa e parolaia – commemorerà la mesta ricorrenza con un concerto dell’Orchestra da Camera dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, che si terrà venerdì 4 aprile a Palazzo Montecitorio. La rievocazione di quei giorni dolorosi – tra commozione e ipocrisia – deve servire a non ripetere gli stessi errori e a correggere, per quanto possibile, quelli già compiuti.
In attesa che L’Aquila spicchi di nuovo il volo, si riaccendono i riflettori dell’informazione, con la speranza che possano fungere da pungolo per una ricostruzione veloce e completa.

Antonino Fazio

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