Continua la battaglia di LAV e Marevivo contro lo sfruttamento dei delfini in Italia. Il weekend del 29-30 marzo è il primo che vede scendere nelle piazze italiane le due associazioni per presentare e permettere di firmare ai cittadini una nuova petizione con cui si richiedono al Parlamento e al Governo tre punti principali: in primo luogo la chiusura permanente di tutti i delfinari e strutture affini in Italia entro tre anni; come secondo punto, l’approvazione di una nuova legge che vieti l’importazione di delfini e altri cetacei a fini di spettacolo; e in ultimo la creazione di “rifugi” in cui prendersi realmente cura dei mammiferi acquatici che hanno bisogno di cure o un periodo di riabilitazione.
Una delle piazze nazionali in cui i passanti hanno avuto la possibilità di supportare questa causa è stata Piazza del Popolo, nel centro di Roma, dove spiccava un delfino gonfiabile alto più di tre metri, truccato da pagliaccio. Una delle responsabili di Marevivo, Laura Gentile, ha spiegato il perché di questa mascotte: “Negli show dei delfinari o dei parchi acquatici, i delfini sono costretti a esibirsi in piroette e saltelli a comando: appaiono come dei clown”. È proprio questa condizione che LAV e Marevivo cercano di abbattere per sempre: i delfini sono animali abituati a vivere in libertà, in ambienti sconfinati, e la cattività li uccide lentamente proprio perché gli spazi non sono adatti al loro stile di vita.
“L’Italia ha una normativa molto più rigida rispetto ad altri Paesi europei ma più disattesa”: ha continuato Laura Gentile, riportando ad esempio il caso del delfinario di Rimini, che ha rappresentato la prima volta in cui in Europa ci si è trovati costretti a sequestrare dei mammiferi marini per le condizioni in cui vivevano. Ad agosto infatti erano stati constatati i maltrattamenti cui erano sottoposti i delfini del centro in questione: vivevano tutti in un’unica vasca, di dimensioni estremamente inferiori a quelle regolamentate, privati del cibo per modificarne il comportamento naturale e sottoposti a dosi massicce di tranquillanti.
I punti su cui si basa la petizione presentata da Marevivo e LAV sono stati posti anche all’attenzione degli europarlamentari nel corso della settimana europea per la difesa dei cetacei, svoltasi tra il 12 e il 19 marzo scorsi a Bruxelles. Come ha spiegato il vicepresidente LAV, Roberto Bennati, lo scopo è stato quello di sensibilizzare i politici alla causa, mostrando gli effetti della cattività sui cetacei ed esponendo le violazioni normative dei delfinari. “C’è bisogno di un intervento serio. Abbiamo chiesto alla politica europea di cambiare passo: iniziare a far rispettare le leggi e per la prossima magistratura prendere degli impegni: divieto di importazioni dei delfini per spettacoli e chiusura di tutti i delfinari”: ha dichiarato Bennati.
Per il momento qualcosa può essere fatta anche dai cittadini: LAV e Marevivo invitano tutti a recarsi nelle piazze italiane elencate sul sito ufficiale, nei weekend del 29 e 30 marzo e del 5 e 6 aprile, per firmare la petizione o sostenere la campagna acquistando ai loro tavoli le tradizioni uova pasquali in cioccolato fondente del commercio equo e solidale.
Corinna Spirito