Dopo il presidente Barack Obama, un altro americano si è concesso una fugace vacanza romana. Parliamo di John Turturro che a Roma è venuto sabato 29 marzo per presentare il suo nuovo lavoro dietro la macchina da presa, “Gigolò per caso”, una commedia frizzante in cui veste anche i panni del protagonista: un uomo senza lavoro, non particolarmente bello, che riesce a inventarsi gigolò per donne affascianti, facoltose e un po’ fragili. Tra queste le sensuali Sofia Vergara e Sharon Stone, ma anche la timida e minuta Vanessa Paradis, nel ruolo di una vedova chiusa in gabbia dalla sua stessa comunità ebraica. L’attenzione mediatica di questi mesi però si è catalizzata sulla presenza di Woody Allen, che torna, dopo ben tredici anni, a recitare in una pellicola non sua. Il vincitore di quattro premi Oscar è entrato a far parte del progetto prima come consulente del soggetto e, in seguito, anche come interprete (a lui è stato affidato il ruolo dell’esilarante “pappone” di John Turturro). La collaborazione tra i due è iniziata per caso quando Allen venne a sapere della storia che frullava in testa da un po’ al collega, grazie alla lingua lunga del barbiere comune ai due, con cui Turturro si era confidato. Il regista e sceneggiatore di capolavori come “Manhattan” e “Io e Annie” capì subito che il materiale era buono e volle consigliare al collega come tirarne fuori il miglior film possibile. Di conseguenza, “Gigolò per caso” è un mix tra lo stile di Turturro (dalla location, una New York multietnica, alle citazioni in italiano fino alla musica napoletana) e la comicità e i cliché firmati Woody Allen. Per i più dirigere un grande regista come Allen avrebbe causato grande pressione, Turturro ha invece ammesso che tutto il processo di collaborazione è avvenuto con la massima naturalezza e che sul set si respirava un clima sereno. “All’inizio è stato leggermente più difficile, ma già dopo le prime due ore, è andata alla grande. È stato veramente molto facile dirigere Woody Allen”: ha dichiarato l’autore di “Gigolò per caso”.
E all’insegna della semplicità si è svolto anche il suo incontro con la stampa. Turturro è arrivato all’Hotel Regina Baglioni di via Veneto sorridente e senza cravatta. Si è dimostrato da subito un personaggio molto alla mano: ha parlato in inglese, ma ogni tanto gli è piaciuto tirar fuori qualche vocabolo nella nostra lingua; ha scherzato con i giornalisti, improvvisandosi comico in diversi momenti della mattinata. Quando è stata citata una battuta su Mick Jagger presente nel film, non ha potuto trattenersi dal narrare un episodio della sua infanzia. Ha ricordato di quando suo padre vide per la prima volta il frontman dei Rolling Stones cantare in televisione “(I Can’t Get No) Satisfaction” e disse: “Questo ragazzo! Non ho mai visto una bocca così grande… sembra che stia divorando il pubblico”. Quando qualcuno invece accosta la sua scelta di girare un film incentrato sul sesso, alla discussa e attesissima pellicola di Lars Von Trier sulla vita di una ninfomane, “Nymphomaniac” (nelle sale italiane dal prossimo 3 aprile), Turturro quasi salta in piedi per la sorpresa e urla divertito: “Non sono affatto come Von Trier! Il sesso nel mio film è dolce e delicato, nel suo è violento. Sono due cose molto distanti.”
Non è mancata la richiesta di un parere su “La grande bellezza” di Sorrentino, a cui Turturro ha risposto con diplomazia: “Ha vinto l’Oscar! Toni Servillo è un bravissimo attore”. Mentre quando gli viene riportato il commento del presidente Obama nel corso della sua visita privata all’interno del Colosseo (“E’ più grande dei nostri stadi di baseball”), riesce solo a replicare: “Non so cosa avrei detto se fossi stato al suo posto… ma sicuramente non ciò che ha detto lui!”.
“Gigolò per caso” arriverà nelle nostre sale a partire dal 17 aprile grazie alla distribuzione di Lucky Red ma rivedremo presto Turturro nel prossimo film di Nanni Moretti, dove reciterà in lingua italiana.
Corinna Spirito