L’inaugurazione del nuovo palazzo dei congressi di Roma, costato ai contribuenti 276 milioni di euro, slitta di anno in anno mentre lievitano i costi del cantiere. Per Fuksas, autore del progetto della “Nuvola” risalente ormai al 1998, i ritardi vanno imputati alla società dei costruttori (la stessa della Salerno-Reggio Calabria) e all’inconcludenza dei giochi di palazzo. L’archistar lamenta di aver ricevuto finora circa 20 milioni di euro ma, considerando tasse e costi dei collaboratori, a lui ne sarebbero rimasti cinque.
Un compenso per molti fuori mercato, che poche glorie dell’architettura mondiale possono vantare. Eur Spa, società del comune (10%) e del tesoro (90%), a fronte dei continui ritardi e subendo il pressing della corte dei conti, ha deciso di non rinnovare il contratto per la consulenza artistica di Fuksas (circa 50 mila euro mensili). Per il presidente dell’ente, Pierluigi Borghini, Fuksas è stato ben pagato per sette anni e potrebbe regalare alla comunità le sue consulenze nell’ultimo anno di lavori.
Non ha reagito bene alla notizia Fuksas che, in tempi di spending review e supermanager che minacciano di abbandonare il paese, ha rilanciato una linea già sentita: “Stiamo facendo il museo del Politecnico a Mosca, una torre a Beverly Hills: in nessun Paese qualcuno ha mai detto ‘gli abbiamo dato troppo adesso ce lo finiamo da soli.”
Va ricordato che il palazzo dei congressi sarebbe dovuto essere consegnato nel 2010 ma, contrariamente a quanto sostiene il sindaco di Roma Marino, è probabile che neanche il 2015 sarà l’anno giusto. Per Fuksas, che respinge al mittente qualsiasi responsabilità per i ritardi e minaccia di disconoscere la paternità dell’opera, saranno necessari almeno altri quattro anni per completare gli interni.
Anche nel consiglio comunale di Roma aumentano i brontolii, con il consigliere cinque stelle Daniele Frongia che chiede con un’interrogazione di appurare chi sia il vero responsabile dei ritardi e di motivare il compenso elargito finora all’architetto. Per Fuksas, che non esclude che la vicenda finisca in tribunale lasciando l’opera incompiuta, ‘in Italia si iniziano le opere senza soldi e man mano si cercano il denaro’.
La Nuvola, insomma, si fa sempre più ‘nera’ e non sembrano probabili schiarite a breve termine.
Nuvola, nuovi ritardi. Fuksas: “non è colpa mia”
27 Marzo 201441
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