“Se qualche volta si può pensare che la barca di Pietro sia in balìa degli avversari difficili, tuttavia è anche vero che il Signore è presente”. Parole di speranza, quelle di Benedetto XVI, ma che tradiscono una profonda amarezza. Le acque infatti non si calmano, in Vaticano, dopo l’arresto dell’ex maggiordomo Paolo Gabriele e la destituzione di Ettore Gotti Tedeschi dalla presidenza dello Ior.
Fuga di documenti riservati, i primi nomi degli altri “corvi”. L’interrogatorio a Paolo Gabriele, quello ufficiale, sarà tenuto oggi dalla Gendarmeria vaticana ma alcuni nomi sono già usciti fuori, dopo l’ascolto informale dell’ex assistente di camera del Papa e le perquisizioni dentro il suo appartamento. Si parla di almeno cinque interlocutori, tra cui anche cittadini italiani, cui venivano recapitate le informazioni protette oltre le mura vaticane. Per ora non è arrivata alcuna richiesta di rogatoria alla Procura di Roma. Domenico Giani, comandante della polizia della Santa Sede, ora ha sicuramente un quadro chiaro della situazione: da quando Gabriele è stato portato in carcere sono passati dieci giorni, nei quali egli ha parlato e ha confermato i tanti indizi già ottenuti con le perquisizioni. Nella sua casa, nella stessa palazzina in cui abitava Emanuela Orlandi, sono stati ritrovati svariati incartamenti, già pronti per la consegna, con un elenco di destinatari. Trattenere intere “casse di documenti” è stata una mossa molto rischiosa, così disinvolta da far profilare l’ipotesi di un doppio ruolo per l’ex maggiordomo: continuare a trattare con mandanti ed emissari, allo scopo di farli venire allo scoperto. Forse una sorta di accordo segreto, in cambio di non essere consegnato alle pene più severe delle autorità italiane, vista la sua doppia cittadinanza.
Altra casa, altra perquisizione: il caso Gotti Tedeschi. Intanto l’abitazione di Ettore Gotti Tedeschi è stata perquisita su disposizione della Procura di Napoli. L’iniziativa dei magistrati napoletani non è però legata alle vicende della banca vaticana ma rientra nell’ambito dell’inchiesta su Finmeccanica. Si stanno cercando documenti utili a provare i rapporti tra l’ex presidente dello Ior, che per ora non risulta indagato, e alcuni inquisiti dell’indagine sulle commesse ottenute dalla holding. Un capitolo tutto nuovo, dunque, va ad arricchire la vicenda. Dopo la clamorosa sfiducia votata nei suoi confronti dal Consiglio di Sovrintendenza della banca vaticana, “per non avere svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio”, Gotti Tedeschi era stato destituito dal suo incarico che gli era stato affidato nel 2009, dal Papa e dal Segretario di Stato, il cardinale Bertone. Proprio i dissidi con quest’ultimo potrebbero essere stati alla base del provvedimento disciplinare: motivo del contendere, la nuova legge per la trasparenza, che avrebbe dovuto portare il Vaticano nella “white list” dei Paesi virtuosi in materia di antiriciclaggio.
Giulia Di Stefano