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Commercio estero, l’export italiano torna a crescere. Merito dei distretti

di Alessandra Aurilia20 Marzo 2014
20 Marzo 2014

E’ l’export a tenere in vita le piccole e medie imprese italiane. Nel 2013 le esportazioni nazionali hanno ricominciato a crescere, chiudendo a gennaio con un incremento dello 0,2%, e il merito di questa ripresa va soprattutto ai distretti. E’ grazie a questi se la domanda estera di prodotti italiani ha registrato nell’ultimo anno un aumento vertiginoso, raggiungendo – come testimonia l’ultima rilevazione del Monitor distretti Intesa San Paolo – il “record storico” di 84,2 miliardi di euro, pari ad un incremento del 4,5% sull’intero anno e addirittura del 6,1% nei mesi da ottobre a dicembre 2013. E questo trend riguarderebbe, stando ai dati del sondaggio, praticamente tutte le specializzazioni distrettuali italiane – ad eccezione di quella metallurgica, penalizzata dalla caduta dei listini dell’oro e della domanda di acciaio – con 101 aree, sul totale di 143, che a gennaio hanno chiuso il bilancio in positivo, e guadagnato, in alcuni casi, persino un disavanzo intorno ai 58 mld.

In particolare, tra i 30 distretti che maggiormente si distinguono per i ricavi nell’export 80 rientrano nel settore agro-alimentare, 10 in quello della moda, 6 in quello meccanico e 5 in quello casalingo. Regina assoluta delle esportazioni all’estero è senz’altro la regione Toscana – trainata dai distretti dell’Oreficeria di Arezzo e della Pelletteria/calzature di Firenze – che nel 2013 ha registrato un vero e proprio boom di vendite, toccando il +12% nell’ultimo trimestre di rilevazione.

Questi risultati appaiono ancora più sorprendenti se confrontati con quelli raggiunti, nello stesso anno, dalle aree distrettuali di Francia e Germania. E’ comunque vero che se l’export italiano è in crescita in Europa lo deve soprattutto al mercato tedesco, dove nel 2013 gli acquisti sono cresciuti del 3,2%. E’ l’Europa, in generale, ad acquistare i prodotti italiani (eccezion fatta per la Francia), e il processo è in aumento del 2,6%. Viceversa, fuori dall’Ue la situazione non è affatto positiva: qui il calo dell’export è del 2,7% e questo soprattutto in Paesi come la Turchia e l’India. A ciò si aggiunge la caduta dei listini dell’oro e, di conseguenza, il crollo dell’export in Svizzera.
Sul fronte distretti, spiega l’imprenditore Andrea Squarcialupi, “c’è una fortissima domanda in arrivo dai paesi arabi e dall’Asia, aree in cui il gioiello made in Italy è richiesto in modo particolare”. Ma “sui margini non c’è molto da festeggiare” – avverte Squarcialupi – la concorrenza all’estero è spietata”.

 

Alessandra Aurilia

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