Non hanno suscitato l’effetto intimidatorio sperato le sanzioni che l’Ue ha inflitto ieri alla Russia nel vertice di Bruxelles. Noncurante delle minacce il presidente Vladimir Putin ha firmato questa mattina il decreto che conferma l’indipendenza della Crimea, a pochi giorni dal referendum con il quale il 96,6% dei votanti si era espresso a favore dell’annessione della Repubblica autonoma alla Russia.
All’indomani dal voto il Parlamento della Crimea ha ufficializzato l’indipendenza dall’Ucraina e immediatamente sono state adottate delle misure volte a rimarcare il nuovo assetto politico: il passaggio al fuso orario di Mosca; la nazionalizzazione di tutte le proprietà ucraine; l’abolizione entro il 2016 della “grivinia”, la moneta ucraina che prima di quella data continuerà a circolare assieme al rublo.
“Mosca si è isolata dal mondo”, è stato il commento del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che non ha ovviamente apprezzato l’atteggiamento di Putin e i tentativi infruttuosi di risolvere la questione per via diplomatica. Si è rivelato un nulla di fatto, per l’appunto, l’incontro tra il ministro degli Esteri Sergej Lavrov e il segretario di Stato americano John Kerry, tenutosi a Londra pochi giorni prima del referendum. Né tantomeno hanno portato all’effetto sperato le sanzioni che Washington aveva stabilito per Mosca assieme all’Unione Europea, definite “ridicole” dal consigliere diplomatico del presidente russo, Iuri Ushakov. Le misure adottate prevedono da parte dell’Unione l’applicazione di misure restrittive nei confronti di 21 personalità russe di spicco, mentre gli Stati Uniti hanno congelato i beni ad altre 11 persone, di nazionalità russa e ucraina, tra cui l’ex presidente Viktor Yanukovic e l’attuale premier della Crimea Sergej Aksyonov, allo scopo di colpire l’economia di Mosca.
Da Kiev intanto arrivano gli appelli del Parlamento alla comunità internazionale a non riconoscere gli esiti del referendum, poiché ritenuto illegittimo (come più volte ribadito) e risulta ancora irrisolto il problema della dipendenza della Crimea dalle forniture di energia elettrica e acqua ucraine. Ma la Russia continua per la sua strada e valuta i costi dell’annessione, stimati per 3 miliardi annui.
Silvia Renda