E’ ormai oltre il giro di boa del Capo di Buona Speranza, e sta risalendo l’Africa verso l’Italia la missione Sistema Paese in movimento, condotta dal 30° Gruppo Navale della nostra Marina Militare – la portaerei Cavour, la fregata Bergamini, il pattugliatore d’altura Comandante Borsini e la rifornitrice Etna – in collaborazione con numerose aziende pubbliche e private. Molte di loro appartengono alla galassia Finmeccanica e al comparto Difesa in genere, ma sono presenti anche Federlegno e una ditta specializzata in sicurezza ferroviaria.
La missione è del tipo dual use, con una parte prettamente militare (antipirateria, addestramento d’altura ed esercitazioni congiunte con le marine alleate), a cui si aggiungono una parte promozionale/commerciale – terminata a dicembre – e l’attuale parte umanitaria, a favore dei bambini di molte località africane. A bordo del Cavour sono presenti infatti due sale operatorie complete, che vengono utilizzate in ogni porto per operare e curare centinaia di piccoli con problemi alla vista o malformazioni facciali. Ad occuparsene sono i medici delle associazioni umanitarie “Fondazione Francesca Rava” e “Operation Smile”, coadiuvati dalle infermiere volontarie della Croce Rossa. Durante le soste, ogni mattina partono inoltre le squadre lavori – composte da personale tecnico volontario – che, in base a indicazioni ricevute localmente, provvedono a riparare gratuitamente impianti elettrici, idraulici e condizionatori in scuole, orfanotrofi e ospedali.
Nonostante questo, la missione ha però subito molte critiche sulla Rete e anche da parte di alcuni settori politici, a causa principalmente degli alti costi – coperti in gran parte, a quanto sembra, dagli sponsor privati – e dell’accusa di incentivare il commercio delle armi presso regimi scarsamente democratici. Durante le prime settimane sono stati infatti organizzati numerosi incontri ed eventi a bordo per promuovere le eccellenze dell’industria meccanica nazionale presso i ricchi mercati del Golfo Persico.
Di Alessandro Testa