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Morta bimba di tre anni in Valle d’Aosta. Polemica sulla sicurezza delle piste

di Renato Paone11 Marzo 2014
11 Marzo 2014

gressoney

E’ indagato per omicidio colposo il diciassettenne di Chieri (To) per l’incidente avvenuto l’altro ieri  sulla pista di Wissmatten a Gressoney – Saint Jacques, in Val d’Aosta, dove ha perso la vita una bambina di tre anni. La piccola è stata investita dal giovane sciatore mentre faceva lezione con un gruppo di coetanei. L’incidente si è verificato su una pista blu a Weismatten. La bambina è stata trasportata d’urgenza all’ospedale di Aosta con l’elicottero ma ogni tentativo di salvarle la vita è risultato vano.
L’incidente è avvenuto verso le 12, quando i bambini della scuola di sci del maestro Bruno Tedy, ex campione delle Fiamme Gialle, erano in sosta presso una stazione intermedia della pista in una stradina nelle vicinanze della seggiovia. Proprio in quest’area sorge un dosso segnalato da un cartello che invita gli sciatori a rallentare. Il segnale è stato ignorato dal diciassettenne che ha utilizzato il cumulo di neve come rampa per il salto, ritrovandosi però di fronte la fila dei piccoli sciatori. L’urto con la bambina è stato inevitabile. Immediati i soccorsi dei pisteurs presenti sul posto e la chiamata al 118, intervenuto d’urgenza con l’invio di un elicottero.

Dai rilevamenti effettuati, ha spiegato all’”Ansa” il procuratore capo di Aosta, Marilinda Mineccia, il ragazzo stava sciando ad alta velocità insieme a un amico e, mentre quest’ultimo è riuscito a evitare il gruppetto, il primo ha travolto tre bambini ferendo gravemente la bimba. Nel corso delle indagini sono state escluse eventuali responsabilità del gestore della pista.

La morte della bambina, dopo quanto accaduto anche a Michael Schumacher, ha riaperto la polemica sulla sicurezza nel mondo dello sci amatoriale. Dopo l’accaduto sono iniziate le polemiche: molti accusano l’adolescente, altri la gestione della pista o la scelta del maestro di fermarsi in prossimità del dosso.
I pisteurs, gli operatori addetti al recupero e al primo intervento di soccorso agli infortunati sulle piste di sci, già da tempo avevano lamentato la necessità di aumentare la sicurezza negli impianti, richiedendo l’ampliamento delle loro mansioni, visto che il controllo delle piste è esclusivo delle forze dell’ordine, Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, impossibilitati, però, a presidiare capillarmente tutti gli impianti. Questa maggior capacità d’azione, quindi, servirebbe da deterrente per gli sciatori più spericolati e imprudenti.
Anche Franco Capra, maestro ed ex sindaco di Clavière, comune in provincia di Torino, è deciso a supportare la tesi dei pisteurs, aggiungendo addirittura la possibilità di estendere tali poteri anche ai maestri di sci. La soluzione ideale e necessaria nell’immediato, afferma Capra “consiste nell’inasprimento delle pene e delle sanzioni”.

Renato Paone

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