Sono ancora sconosciuti i motivi che hanno portato alla misteriosa scomparsa del Boeing 777 della Malaysia Airlines che, lo scorso otto marzo, dal Kuala Lumpur faceva rotta verso Pechino. Improvvisamente svanito dai radar, l’aereo ha fatto perdere le sue tracce poco prima di raggiungere la Malesia, fra il Golfo di Thailandia e il Sud della Cina. C’è chi parla di spionaggio, terrorismo, chi di fatalità mentre tutto il mondo (Fbi in testa) si chiede come sia stato possibile che un jet altamente tecnologico come quello in questione abbia interrotto improvvisamente le comunicazioni. Inoltre, molti fra i paesi impegnati nelle ricerche si chiedono, in merito alla presenza di due uomini con passaporti rubati a bordo del Boeing, come siano riusciti ad imbarcarsi indisturbati su un volo per la controllatissima Cina.
Dopo la scomparsa del jet ben 22 aerei e 40 navi stanno continuando a ispezionare le acque dell’oceano Indiano tra il Vietnam e la Malesia, non avendo trovato, fino ad ora nient’altro che dell’olio e resti di legno, comunque non attribuibili al velivolo scomparso. Intanto si fanno strada diverse teorie che spiegherebbero la scomparsa dell’apparecchio, secondo Bild le più credibili sono sei: 1. Possibile avaria dei motori, che non avrebbe però di mandare un S.O.S, 2. Una forte turbolenza che avrebbe reso l’aereo difficilmente pilotabile (ma le autorità hanno rilevato come le condizioni climatiche al momento della scomparsa fossero favorevoli), 3. Danneggiamento degli strumenti di bordo, 4. Possibile tentativo di suicidio del pilota, 5. Aereo vecchio e infine l’eventualità di un attacco terroristico.
Quest’ultima ipotesi sarebbe avallata dal fatto che le carte d’imbarco dei due passeggeri con i passaporti falsi saliti a bordo del volo MH370, sarebbero state registrare nello stesso momento e che i due si sarebbero seduti vicini.
ELISA MARIELLA