È morto stanotte a Roma il settantenne Fortunato Baldassarri, storico proprietario e gestore di uno dei più famosi ristoranti romani frequentato dalle più disparate personalità appartenenti al mondo dello spettacolo e della politica, anche internazionale.
Fortunato, da molti anni in lotta con la malattia che lo affliggeva, però, non ha mai voluto lasciare il suo ristorante. Fino a due settimane fa si trovava dietro la cassa del locale con vista privilegiata su piazza della Rotonda. Dalla sua postazione ha accolto innumerevoli politici di spicco di tutte e tre le Repubbliche, tanto da arrivare a considerare il “Fortunato al Pantheon” una vera e propria succursale dei palazzi di potere. Claudio Di Biagio, maître di fiducia e amico di Fortunato, insieme da 32 anni, non ha esitato un secondo ad affermare che «Il vero Transatlantico è stato qui».
Sui tavolini di via del Pantheon 55, hanno pranzato e cenato anche star del jet set hollywoodiano e, sempre da oltreoceano, presidenti come Reagan e Clinton e in Europa tra gli ospiti re e regine d’oltre manica e cancellieri tedeschi particolarmente golosi come Helmut Kohl, sino ad arrivare a personaggi di spicco della spiritualità buddhista, come il Dalai Lama.
La fortuna del ristoratore originario di Accumoli, paesino dell’Appennino umbro-marchigiano, ha inizio presso i “Tre Scalini” a piazza Navona, da lavoratore dipendente, poi il coraggio di osare un po’ di più qualche tempo dopo con l’apertura de “La rampa”. L’anno della consacrazione, però, è il 1975 con il trasferimento al Pantheon e la definitiva nascita di un marchio prestigioso della cucina romana e nazionale. Trademark che il figlio Jason, avuto dalla ex moglie americana, dovrà mantenere alto per proseguire quella che è una tradizione non più solo familiare, ma oramai appartenente a tutta l’Urbe.
Renato Paone