Il Consiglio Supremo di Crimea ha dichiarato di voler appoggiare l’indipendenza dall’Ucraina, lo ha annunciato un funzionario del Parlamento. La volontà del Consiglio è apparsa chiara: sì all’indipendenza, sì all’ingresso nella Federazione russa. Con questo clima la Crimea si prepara al referendum, del prossimo 16 marzo, con il quale i cittadini voteranno sulla secessione dall’Ucraina, che porterebbe, secondo le dichiarazioni del Parlamento di Crimea, a un’associazione con la Federazione russa.
Intanto sono stati stampati i volantini del referendum nei quali è rappresentata una svastica nazista come alternativa alla Russia, un chiaro invito a votare a favore della secessione. Il risultato sembrerebbe scontato, la Crimea è una regione a maggioranza russofona, e nei giorni scorsi l’amministrazione comunale di Sebastopoli, la città più importante dopo la capitale, ha annunciato che tutti i documenti, d’ora in avanti, saranno in lingua russa. Inoltre, le autorità vicine a Mosca, hanno dichiarato che intendono nazionalizzare le navi della flotta ucraina presenti a Sebastopoli, “la flotta ucraina dislocata a Sebastopoli sarà interamente nazionalizzata. Non intendiamo lasciar uscire le navi ucraine dal porto” ha annunciato il premier locale Serghiei Aksionov.
Il referendum non piace all’Ovest, il cancelliere tedesco Angela Merkel e la maggioranza dei leader occidentali lo hanno definito “illegittimo”, infatti per evitare minacce di sabotaggio l’amministrazione di Crimea ha deciso di non mandare un invito ufficiale all’Osce, Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, per monitorare il referendum del 16 marzo. “Siamo aperti a varie organizzazioni internazionali, ma solo se sono pronti a inviare osservatori, non sabotatori, esperti militari e consulenti. Non abbiamo bisogno dell’aiuto di questi specialisti” ha dichiarato Rustam Temirgaliyev, vice-primo ministro della Repubblica Autonoma di Crimea. Il progetto di legge sull’annessione della Crimea alla Russia verrà, invece, discusso dalla Camera bassa del Parlamento russo il 21 marzo.
In attesa del referendum e dopo due settimane dalla sua fuga è ricomparso Victor Yanukovich, il deposto presidente ucraino, definendo illegali e illegittime le elezioni presidenziali ucraine previste per il 25 maggio. “Il legittimo presidente dell’Ucraina e il capo delle Forze Armate sono io” ha aggiunto.
Alberto Gentile