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Estradato in Libia il figlio di Gheddafi, l’ex calciatore Saadi

di Alessandro Testa07 Marzo 2014
07 Marzo 2014

Saadi Gheddafi estradato (con e senza barba)E’ stato estradato ieri dal Niger verso il suo paese natale Saadi Gheddafi, 40 anni, figlio dell’ex dittatore deposto e ucciso nel 2011, noto al grande pubblico per aver giocato alcuni anni nel campionato di calcio italiano con le maglie di Perugia, Udinese e Sampdoria.
Lo ha annunciato, con un post sul proprio account ufficiale su Facebook, il governo provvisorio libico, che, dopo aver ringraziato il presidente Mahamadou Issoufou ed il suo governo, ha spiegato che Gheddafi jr «è a disposizione delle autorità giudiziarie libiche e sarà trattato secondo gli standard internazionali». Più tardi sono state diffuse delle foto che ritraggono l’ex calciatore nell’uniforme azzurra dei detenuti libici: prima, durante e dopo la rasatura integrale obbligatoria della folta barba brizzolata e dei capelli, che al momento dell’estradizione portava lunghi.

Calciatore e dirigente. Saadi Gheddafi – che nei suoi quattro anni in Italia ha giocato appena due partite – è accusato di aver utilizzato milioni di euro a scopi personali quando era capitano della nazionale, ma soprattutto presidente della federazione calcio libica. Nell’autunno del 2011, alla vigilia della caduta del regime di suo padre, si era defilato dalla guerra civile e aveva ottenuto asilo in Niger, che successivamente lo aveva però sottoposto agli arresti domiciliari. Da ieri ha raggiunto in carcere il fratello maggiore Saif Al-Islam, l’ex delfino designato alla successione del defunto Colonnello.

La famiglia Gheddafi. Degli otto figli di Muhammar Gheddafi, almeno due sono morti sotto i bombardamenti occidentali (Mutassim) oppure linciati dalla folla (Saif Al-Arab). Stessa sorte si suppone abbia subito anche Khamis, che comandava un’unità militare d’elite. Rifugiati invece in Algeria e poi in Oman – dove hanno ottenuto asilo politico – gli altri membri del numeroso clan Gheddafi, tra cui la seconda moglie Safia Al-Brasai; l’amatissima figlia Aisha; il primogenito Mohammed (figlio della prima consorte del Colonnello, morta del 1970), ex presidente del comitato olimpico e della compagnia telefonica statale; ed il “diplomatico” Hannibal, famoso per aver accompagnato il padre in alcuni viaggi ufficiali, ma anche per aver causato una lunga crisi delle relazioni tra Libia e Svizzera, dove fu arrestato per aver malmenato due domestici.

Di Alessandro Testa

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