La nuova pronuncia della Commissione Europea sull’inadeguatezza delle politiche di smaltimento e stoccaggio dei rifiuti nelle discariche laziali fa esplodere la polemica politica. La RegioneLazioha due mesi di tempo per adeguarsi alle norme comunitarie riguardanti il pretrattamento dei rifiuti, altrimenti si andrà di fronte alla Corte di giustizia europea.
Le polemiche sulla discarica di Malagrotta sembrano non avere fine. La Commissione europea richiama l’Italia per la seconda volta, inviando un nuovo avvertimento formale dopo la lettera di messa in mora del 17 giugno 2011, intimando di “conformarsi entro due mesi” alle norme Ue per un adeguato pretrattamento dei rifiuti collocati nella discarica di Malagrotta e in altre nel Lazio. E’ passato un anno preciso e nessuna tra le disposizioni comunitarie è stata posta in essere. In caso di ulteriori inadempienzela Regione “potrà decidere di adirela Corte di giustizia dell’Ue”. La proposta viene dal responsabile per l’ambiente Janez Potocnik che nel richiamo ha precisato: “Vista l’interpretazione restrittiva della definizione di sufficiente pretrattamento di rifiuti da parte delle autorità italiane, la discarica di Malagrotta contiene rifiuti che non hanno subito il pretrattamento prescritto”. La direttiva sulle discariche “stabilisce che i rifiuti devono essere trattati prima di essere interrati e cioè devono subire processifisici, termici, chimici, o biologici, inclusa la cernita, allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero”. Da un’indagine è emerso infatti che nella discarica di Malagrotta, e forse in altre discariche del Lazio, parte dei rifiuti vengono interrati senza essere prima trattati.
Le reazioni della politica locale non si sono fatte attendere. Per il capogruppo e segretario regionale dell’Idv Vincenzo Maruccio si tratta di “una fragorosa bocciatura perla Polverini ela Regione Lazio”. E aggiunge: “Vediamo se stavolta, alla luce di questo autorevole pronunciamento,la Polverini ammetterà finalmente il suo fallimento o se cercherà, come al solito, un capro espiatorio”. “A Malagrotta si continuano a interrare rifiuti senza alcun trattamento – commenta il segretario del Pd romano Marco Miccoli – roba da Medio Evo. Se Roma è a un passo dall’emergenza ambientale, e rischia di trasformarsi sul tema dei rifiuti come Napoli, la responsabilità è tutta di Gianni Alemanno”. Per il presidente della Provincia Nicola Zingaretti questa decisione conferma “che a Roma bisogna cambiare il ciclo dei rifiuti. Noi stiamo collaborando con il nuovo commissario con grandissima lealtà per fare il nostro dovere e risolvere il problema, ma è evidente che se ora bisogna identificare una nuova discarica provvisoria, il concetto di provvisorietà per essere credibile deve portare a un radicale ricambio del ciclo dei rifiuti improntato alla raccolta differenziata”.
La replica della Regione Lazio ha invece inteso rivendicare alcune importanti novità sulla gestione dei rifiuti negli ultimi anni. “La Giunta Polverini per la prima volta dopo 10 anni ha posto le basi per la definitiva chiusura di Malagrotta” si legge in una nota. In particolare, per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti “si ricorda come sia stata la prima ordinanza firmata dalla presidente Renata Polverini il 28 dicembre 2010 ad imporre la piena operatività di tutti gli impianti, dei quali fino a quel momento il Comune di Roma non aveva garantito il funzionamento a pieno regime”. “Inoltre, se oggi la Commissione europea può disporre di un Piano regionale per i rifiuti nel Lazio, – continua la nota – è solo grazie alla Giunta Polverini che ha provveduto, dopo anni di assenza di programmazione e gestione, ad approvare un Piano”.
Discariche, l’Europa boccia Roma. “Rifiuti pericolosi, andremo alla Corte di Giustizia”
01 Giugno 201255
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