La Chiesa vuole farsi sentire e, nonostante il caos in Vaticano sulle carte rubate dal maggiordomo Paolo Gabriele, il Papa non rinuncia a voler partecipare alla Giornata delle famiglie a Milano. Si tratta della visita più lunga di un pontefice in una città italiana. Ratzinger ha un’agenda fitta di appuntamenti che coinvolgeranno in città oltre un milione di persone con delegazioni provenienti da 153 Paesi.
L’organizzazione. Il viaggio di Benedetto XVI nella diocesi ambrosiana, 28 anni dopo l’ultima visita di Giovanni Paolo II, coincide con la giornata dedicata questa volta al tema “La famiglia, il lavoro e la festa”. Il Santo Padre scenderà all’aeroporto di Linate alle 17; trenta minuti dopo saluterà la città in piazza del Duomo da dove raggiungerà in auto la Scala per assistere a un concerto organizzato in suo onore. Sabato mattina, nella cattedrale meneghina, è previsto l’incontro con i religiosi e le religiose, seguito dal trasferimento allo stadio San Siro per vedere i giovani cresimati e cresimandi. Nel pomeriggio il Papa farà ritorno nella sede dell’arcivescovado per un saluto alle autorità civili. La serata sarà invece dedicata alla Festa delle Testimonianze sulla pista dell’aeroporto di Bresso, all’interno del parco nord, dove è stato allestito un palco-altare grande quanto una chiesa.
Il momento apicale del viaggio papale sarà la Santa Messa che Benedetto XVI celebrerà domenica mattina davanti a un milione di fedeli. Il rientro a Roma è previsto alle 17,30 dopo che il Papa avrà avuto una colazione con cardinali, vescovi e alcune famiglie in arcivescovado.
Milano è pronta ad accogliere il Papa. È un evento imponente, che coinvolge anche la società civile, visto che è stato necessario nominare il prefetto, Gian Valerio Lombardi, commissario straordinario. L’apparato della sicurezza coinvolge 10mila persone tra appartenenti alle forze dell’ordine e volontari. Si tratta di numeri enormi anche per una città di Milano, chiamata a una sorta di prova generale dell’Expo 2015.
I temi al centro dell’incontro. Lavoro e famiglia sono i temi al centro dell’evento e l’obiettivo del vaticano è quello di promuovere una riflessione collettiva sulla necessità di conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e di recuperare il senso vero della festa. Per Benedetto XVI l’organizzazione del lavoro di oggi «pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo», contribuiscono infatti a «disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico». Non è un tema nuovo per il Papa; già ne aveva parlato nel 2010, in una lettera che annunciava le date dell’Incontro, ma ieri lo hanno ripetuto da Milano anche i cardinali Dionigi Tettamanzi e Angelo Bagnasco.
«La precarietà strutturale, in cui i giovani si trovano a vivere in molte parti del mondo – ha detto il Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano -, costituisce di fatto una pesante ipoteca sul futuro delle famiglie e, di riflesso, della società». Si tratta di una critica all’organizzazione del lavoro che ha toccato anche il tema delle disparità salariali. «Non si devono forse denunciare – si è poi chiesto – discriminazioni inaccettabili, perché oltre i limiti della giustizia, anche nell’ambito della retribuzione economica e delle pensioni? Certo, c’è una giustizia distributiva, ma, proprio perché giustizia, ha dei limiti, oltrepassati i quali si trasforma in un’ingiustizia scandalosa».
Stessa linea per il presidente della Cei, cardinal Angelo Bagnasco, per il quale «non si tratta solamente di sostenere l’istituto famigliare, urge anche ricuperare la ‘cultura della famiglia, vale a dire un modo di pensare comune, dove la bellezza e la dignità della famiglia naturale siano percepiti come il nucleo generatore dell’umano e del vivere insieme». «Una cultura – ha proseguito -che guardi con particolare stima alla famiglia fondata sul matrimonio».
Leonardo Rossi