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La Commissione europea bacchetta l’Italia: “Riforme subito”. La risposta di Padoan: “Più crescita e più lavoro”

di Domenico Cappelleri06 Marzo 2014
06 Marzo 2014

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Nuovo pesante rimprovero dell’Unione Europea all’Italia per i conti pubblici non in regola. Secondo i vertici europei sulle finanze italiane pesano ancora degli squilibri eccessivi che mettono in pericolo tutta la zona euro. La commissione europea ha di fatto avviato una procedura di infrazione ai danni del nostro paese, di nuovo osservato speciale.  Ciò obbliga le istituzioni italiane a presentare entro la fine di Aprile una serie di riforme strutturali e revisioni ai bilanci pubblici con la minaccia di multa se le raccomandazioni di Bruxelles non venissero rispettate.

Italia come Slovenia e Croazia. Il commissario agli affari economici Olli Rehn  ha presentato ieri  un elenco di paesi che sono in condizione di squilibrio macroeconomico, tra i quali Germania e Francia, ma solo Italia, Slovenia e Croazia presentano uno squilibrio definito “eccessivo”. A sorpresa la Spagna che l’anno scorso si trovava nella nostra condizione attuale, è uscita  da questa procedura grazie al varo delle misure chieste dall’Europa.
Nello specifico le ragioni dello squilibrio italiano sono due: il debito troppo elevato e la competitività bassa. L’insieme dei due elementi  causa una mancata crescita dell’economia e dà vita a un circolo vizioso che rende insufficienti gli sforzi italiani.

Debito e competitività. Per la questione del debito la Commissione ha imposto di agire  velocemente e in modo radicale per migliorare il saldo primario ovvero l’attivo di bilancio al netto delle spese che vengono pagate per gli interessi sul debito.
Secondo quanto imposto da Bruxelles, l’Italia dovrebbe registrare surplus primari elevati, al di sopra degli standard. Quando il paese entrò nell’euro. Il governo italiano promise di mantenere un surplus primario del 5 per cento. Tale livello non è mai stato rispettato e con l’attuale legge finanziaria, secondo l’Europa, non è possibile  ridurre il debito pubblico a un tasso adeguato.
Per quanto riguarda la competitività dell’economia, la Commissione europea va giù pesante contro l’Italia individuando le ragioni per le quali il paese è in difficoltà: continua mancanza di un allineamento tra salari e produttività, elevato cuneo fiscale sul lavoro, inefficienze di vecchia data nella pubblica amministrazione e nel sistema giudiziario, alti livelli di corruzione e evasione fiscale che riducono l’efficacia della distribuzione delle risorse, oltre che debolezze strutturali nel sistema d’istruzione.

Le soluzioni. La commissione suggerisce tre misure da applicare subito: alleggerire il costo del lavoro”, “rendere la tassazione più orientata verso la crescita spostandola dai fattori produttivi”, “rendere più semplici le procedure fiscali”.
La palla passa ora al nuovo ministro dell’economia Padoan che ha dichiarato di aver preso atto delle accuse rivolte da Bruxelles e ha rassicurato di agire nel senso indicato dalla Commissione. “Si’ – ha detto Padoan –  ora dobbiamo puntare ad una ripresa del lavoro e ad una maggiore crescita del Paese”.

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