Una laurea in economia alla Luiss e un master a Boston, questo è l’identikit del nuovo gestore delle finanze Apple Luca Maestri. Romano, 50 anni, ha un passato come manager in aziende come Xerox, General Motors e Nokia-Siemens e prenderà il posto di Peter Oppenheimer attuale CFO della Cupertino che vanta un capitale di circa 160 miliardi di dollari.
Lingue ed esperienza. Maestri conosce bene tre lingue (italiano, inglese e portoghese) e ha vissuto in sette paesi di tre continenti. Ha girato per vent’anni Europa, America e Asia come manager della General Motors, iniziando nel mercato asiatico prima di diventare direttore finanziario della squadra che “ha ristrutturato” le operazioni in Brasile e Argentina. Poi è tornato in Europa dove si è occupato di tutte le operazione del gruppo finanziario auto in oltre 45 Paesi per ricavi netti annuali per circa 40 miliardi di dollari. Nel 2008 è passato al gruppo Nokia-Siemens prima di approdare alla Xerox, azienda di Palo Alto in difficoltà economiche.
Sfida Apple. Maestri diventato prima vice nel settore finanziario, ora dovrà affrontare il compito più complesso della sua carriera, diventando il gestore del tesoro di Apple accumulato grazie alla potenza tecnologica della casa di Cupertino e ai profitti dell’era Jobs, che andranno investiti e sui quali il leader di Cupertino Tim Cook conta molto per il futuro. L’amministratore delegato Apple punta forte su Maestri: «Quando lo abbiamo assunto sapevamo che sarebbe stato il successore di Peter Oppenheimer – precisa il successore di Steve Jobs – il suo contributo ad Apple è già stato significativo e si è rapidamente guadagnato il rispetto dei colleghi».
Orgogli italiani. Luca Maestri entra nella lista dei manager italiani che si sono rivelati delle eccellenze all’estero. Come non ricordare Renato Ruggero, Direttore Generale WTO (organizzazione internazionale del commercio) dal 1995 al 1999, Paolo Fresco alla General Electric, Elio Catania e Lucio Stanca al colosso IBM , Mario Paolo Scaroni (Saint-Gobain), Angela Paciello (Henkel), fino ad arrivare a Mario Draghi ex Goldman Sachs, ora presidente della Banca centrale europea.
