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Gentile se ne va: “Mi dimetto da sottosegretario”. Renzi: “Rispettiamo la sua scelta”

di Roberto Maria Rotunno03 Marzo 2014
03 Marzo 2014

Tonino Gentile

Antonio Gentile si è dimesso da sottosegretario alle Infrastrutture. “Torno a fare politica nelle istituzioni, aspettando che la magistratura smentisca definitivamente le illazioni gratuite di cui sono vittima”.Si conclude così, per ora, il caso Gentile, prima gatta da pelare per Matteo Renzi.  I primi commenti. Alfano:”Per noi viene prima l’Italia”. Renzi: “Rispettiamo la scelta”. Il Movimento 5 stelle aveva annunciato, come al solito tramite il blog di Beppe Grillo, di voler presentare la mozione di sfiducia individuale contro il neo sottosegretario ai Trasporti, protagonista in circostanze ancora tutte da chiarire di un episodio di censura ai danni del giornale “L’Ora della Calabria”. I grillini avevano anche invitato  il politico calabrese alle dimissioni da senatore. Dimissioni che sono arrivate nella tarda serata di lunedì.

L’intercettazione. Da alcuni giorni, come è noto, gira in rete il video contenente l’intercettazione tra Umberto De Rose, presidente della società con capitale a maggioranza pubblico Fincalabra nonché stampatore del giornale, e Alfredo Citrigno, editore di “L’Ora della Calabria”. Testata che lo scorso 19 febbraio si apprestava a dare la notizia delle indagini a carico di Andrea Gentile, figlio di Tonino il sottosegretario, riguardanti le consulenze nel settore sanitario. Nella conversazione, De Rose rivolge un invito a Citrigno: convinca il direttore a non dare la notizia delle indagini. Ed utilizza toni forti: “farti nemici non ti serve”, “il cinghiale ferito a morte può ammazzare”. Ed assicura che gli altri giornali non pubblicheranno la notizia. Il giorno dopo, il giornale non arriva in edicola a causa, si dice, di un guasto. Ma sono in tantissimi a parlare di caso di censura.

I direttori delle testate criticano la scelta del premier. Per questa ragione, alcuni giornali avevano inserito Gentile in cima all’elenco degli “impresentabili” del cosiddetto sottogoverno Renzi. Anche i direttori di alcune delle principali testate giornalistiche italiane, in alcune interviste al Fatto Quotidiano hanno per questa ragione invitato Matteo Renzi a ritirare la delega. Nel frattempo il sottosegretario si è difeso sostenendo di non aver “mai fatto pressioni sul giornale” e definendo “macchina del fango” le notizie venute fuori su di lui nell’ultimo week end. Che oltre alla vicenda dell’Ora della Calabria, parlano di un sistema di potere che in regione è in mano alla famiglia Gentile, che occupa una serie di poltrone strategiche tra enti locali, sindacati, Camera di commercio e società controllate.

Fassina: “Scelta imbarazzante”. Anche esponenti del Partito democratico hanno manifestato disappunto riguardo alla scelta di Matteo Renzi. Stefano Fassina, ad esempio ha parlato di “scelta imbarazzante”, mentre Rosy Bindi ha invitato il premier a rimuovere il sottosegretario dall’esecutivo. Tantissimi circoli locali del Pd si associano a questi appelli e sul web gira anche una petizione. Il Nuovo centrodestra, partito di Gentile, parla invece di “operazione mediatica e politica violenta fondata sul nulla”.

Roberto Rotunno

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