Dopo i disordini dei giorni passati, la Crimea, penisola russofona dell’Ucraina con aspirazioni autonomiste, è stata invasa dall’esercito russo. Ieri mattina sono stati posti sotto assedio 2 scali aeroportuali: quello di Belbek, vicino vicino a Sebastopoli, a pochi passi dal quartier generale della flotta russa in Crimea (sotto i riflettori per i movimenti intimidatori delle milizie russe) e l’aeroporto della capitale Sinferopoli. Il ministro dell’Interno, Arsen Avakov, ha subito reagito alla mossa di Putin su Facebook: “E’ un’invasione militare e un’occupazione”.
Successivamente il governo di Kiev ha ripreso il controllo degli scali mentre il presidente ucraino, Oleksandr Turchynov, ha convocato un incontro del Consiglio nazionale di sicurezza e di difesa dedicato alla situazione in Crimea; sebbene le milizie vestano una regolare divisa dell’esercito russo, non è ancora chiaro se siano semplici estremisti o se stiano rispondendo a ordini superiori. A scanso di equivoci il Verkhovna Rada ha richiesto a Mosca l’estradizione di Yanukovich e all’Onu l’intervento del Consiglio di Sicurezza.
Nel frattempo alcuni giornalisti avrebbero recuperato i testi incriminatori che il presidente aveva fatto gettare nel lago di fronte alla sua lussuosa residenza prima di scappare, per poi postarli in rete sul sito Yanukovychleaks.org. All’interno le prove della corruzione del regime. “I primi articoli usciranno nel giro di qualche giorno, ma per il materiale forte ci vorranno almeno un paio di mesi”, scrivono nella homepage.
Nicola Maria Stacchietti