Neanche il tempo di insediarsi e il governo Renzi ha già incassato il giudizio positivo del Fondo Monetario Internazionale. L’istituto guidato da Christine Lagarde ha valutato «positivamente le misure economiche che il premier ha annunciato nel discorso di insediamento» alla Camera e al Senato perché rappresentano il giusto viatico per «assicurare che l’Italia torni sulla strada della sostenibilità e della crescita». Parola di Gerry Rice, portavoce dell’organizzazione economica internazionale con sede a Washington. Rice ha sottolineato che le proposte avanzate da Renzi, la riduzione delle tasse sul lavoro e la revisione del cuneo fiscale, «sono in linea con quanto scaturito nelle discussioni con l’Italia avvenute negli ultimi anni». Ma l’attenzione sul nostro paese resta alta. Secondo Rice l’Italia «necessita di profonde riforme economiche e strutturali» e se le intenzioni del segretario del Pd sono positive, per fornire un giudizio complessivo bisognerà «attendere i dettagli e l’applicazione concreta» di quanto enunciato. Insomma, una promozione con riserva che verrà sciolta solo nei prossimi mesi.
LA REAZIONE DELL’UGL – L’apertura di credito del portavoce dell’Fmi, ha suscitato lo stupore di Giovanni Centrella, segretario generale dell’Ugl, che ha commentato: «O il Fondo Monetario Internazionale conosce nel dettaglio le riforme che il presidente del Consiglio nelle prossime settimane si appresta a mettere in cantiere, oppure ha individuato nel discorso di Matteo Renzi in Parlamento qualcosa che a noi italiani è sfuggito».
IL PASSATO – Nonostante le perplessità dell’Ugl, le parole di incoraggiamento di Rice rappresentano un decisivo cambio di rotta nei rapporti tra l’Fmi e l’Italia. Solo pochi mesi fa, il rapporto annuale che l’istituto americano aveva dedicato al nostro paese, fotografava una situazione di grande difficoltà, ipotizzando scenari con i tassi del Pil in ribasso e la disoccupazione in aumento. La nomina di Pier Carlo Padoan come nuovo ministro dell’Economia, un uomo che Rice ha definito «molto rispettato» nello scacchiere internazionale, ha aiutato il governo Renzi a partire con il piede giusto. Ma adesso il nuovo premier è chiamato alla prova più difficile: passare dalle parole ai fatti.
Valerio Dardanelli