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Il monito dell’Ue: in Italia disoccupazione in aumento

di Samantha De Martin27 Febbraio 2014
27 Febbraio 2014

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Brutte notizie provenienti dall’ Ue in tema di occupazione inaugurano sotto una cattiva stella il nuovo governo di Matteo Renzi.

Le stime dell’Europa Secondo le stime fornite dall’Europa la disoccupazione in Italia, quest’anno, salirà al 12,6% per stabilizzarsi al 12,4% nel 2015 grazie “all’economia che si rafforza”.

Dati che preoccupano, alla luce di quanto, nel mese di novembre, Bruxelles aveva previsto pronosticando stime rispettivamente pari al 12,4% e al 12,1%.
“Con condizioni del mercato del lavoro ancora difficili, i consumi privati crescono solo marginalmente”, scrive la Commissione Ue.
Disoccupazione in aumento nei Paesi dell’ Eurozona Le stime per l’Italia non differiranno molto dal resto dell’ Eurozona, nei cui Paesi le previsioni d’inverno indicano solo una “modesta” riduzione: dal 12,1% del 2013 al 12,0% nel 2014 e un calo più marcato nel 2015 (11,7%) per i paesi della moneta unica. Dal 10,9% del 2013 al 10,7% del 2014 e al 10,4% del 2015 per la Ue nel suo complesso.
Dati allarmanti dal 2008 “In Italia non cresce solo la disoccupazione ma anche la povertà”. Era quanto dichiarato dal commissario europeo per l’occupazione, Lazlo Andor, all’interno del rapporto 2013 su occupazione e sviluppi sociali, dove l’Italia spiccava per alta disoccupazione e povertà di chi lavora, con stipendi troppo esigui che si discostano molto dalla media europea. Dallo studio si evinceva come il nostro fosse il Paese che, a partire dal 2008, aveva assistito al declino più elevato della situazione sociale dei lavoratori, seguita solo da Romania e Grecia.
Sempre nel rapporto dello scorso anno la Commissione Europea aveva bollato l’Italia come il Paese peggiore d’Europa dal punto di vista di chi perde il lavoro, in cui le difficoltà di trovare un nuovo impiego sono molto basse e corrispondono al 14-15%.
L’impegno del governo Renzi E intanto l’agenda del nuovo presidente del Consiglio ha fissato a marzo la data ultima per realizzare le tre priorità sul lavoro attraverso misure idonee a contrastare la disoccupazione rafforzando la crescita economica.

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