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Università, la Germania promuove i “corsi per sole donne”

di Alessandra Aurilia27 Febbraio 2014
27 Febbraio 2014

Corsi tecnici riservati alle donne o, in altre parole, “vietati ai maschi”. È questa l’iniziativa che oggi coinvolge le facoltà di Ingegneria e di Informatica di cinque università tedesche: la facoltà di Ingegneria meccanica a Wilhelmshaven, la facoltà di Ingegneria economica a Stralsund e quella di Informatica a Berlino, Brema e Furtwangen.
Era il 1997 quando a Wilhelmshaven veniva inaugurato il primo corso universitario di Ingegneria meccanica per sole donne. E quella che allora poteva sembrare un’iniziativa insolita e bizzarra non è rimasta in realtà isolata.

Il motivo di questo successo? La volontà di contribuire al superamento del maschilismo che tuttora pervade le facoltà tecniche e scientifiche, quelle comunemente considerate appannaggio degli uomini. Basti pensare che ancora oggi sul totale degli studenti in ingegneria e in informatica le donne rappresentano solo il 20%. “Nonostante le campagne femministe e tutte le battaglie combattute i pregiudizi sul genere resistono”, ha commentato Ulrike Schleier, attuale direttrice del corso di Wilhelmshaven.

E’ tristemente attuale la prospettiva in cui solo le studentesse molto motivate, o per meglio dire coraggiose, decidono di affrontare e completare percorsi di studio considerati “prettamente maschili”. E in quei casi può accadere che “durante le lezioni debbano sopportare le battute maschiliste, i pregiudizi dei compagni, e spesso dei professori”. Peraltro, la situazione non riguarda soltanto le ragazze tedesche, ma è generalizzata a livello europeo. “E’ uno stereotipo culturale che dobbiamo abbattere”, ha dichiarato in Italia, lo scorso settembre, la giornalista e conduttrice televisiva Maria Latella. “I messaggi che passano attraverso la stampa e la tv possono cambiare la mentalità di padri e madri – ha aggiunto – convincendoli che la modernizzazione del Paese ormai passa attraverso donne slegate dagli studi umanistici”.

Chissà che la svolta non parta proprio dalla Germania, dove “cominciano a mancare i tecnici, gli immigrati non bastano per far fronte alle richieste, quindi si cerca di attirare le ragazze”. Quelle che il sogno di diventare ingegneri o informatici l’hanno sempre avuto, ma “fino a ieri si trovavano innanzi a un muro”. E se c’è chi critica il fatto che i nuovi corsi tecnici al femminile potrebbero invece accentuare le divisioni di genere, una studentessa tedesca, Frau Ulrike, spiega che “la separazione non è fondamentalista”, perché “dopo il terzo semestre ragazzi e ragazze possono ritrovarsi insieme”. Tutto positivo insomma. E dopo il diploma non c’è da preoccuparsi, assicura Christian Richter dell’agenzia di indirizzo professionale Select-if di Düsseldorf, perché “le aziende cercano chi è bravo, e si fidano dei diplomi delle candidate”.

Alessandra Aurilia

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