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Uganda omofoba. Presidente approva legge anti-gay

di Elisa Mariella26 Febbraio 2014
26 Febbraio 2014

gay ugandaÈ polemica in Uganda dopo la firma del presidente Yoweri Musevini sulla legge anti-gay, già approvata in Parlamento lo scorso dicembre; il provvedimento prevede l’ergastolo per i recidivi, vieta qualsiasi propaganda dell’omosessualità e rende obbligatoria la denuncia delle persone omosessuali nel paese. Niente pena di morte per chi compie il “reato” ma è comunque una caccia alle streghe quella aperta da Musevini che ha definito i gay “disgustosi e innaturali” oltre che “malati”, come confermerebbe uno studio effettuato dal suo team di scienziati. Ad alimentare il fuoco africano è poi il Red Pepper, tabloid ugandese che ha pubblicato una lista choc con 200 nomi di omosessuali, con tanto di foto e riferimenti precisi ai soggetti coinvolti. Un contesto fortemente omofobo quello dell’Uganda, che ha già visto il suo presedente a capo di proteste (emblematica quella “contro” il nudo in tv che sa tanto di censura) che lo hanno posto al centro di riflessioni internazionali.

L’Uganda è passato dunque alla storia come il primo paese africano che punisce i gay con l’ergastolo; ad eccezione del Sudafrica, in 38 paesi del continente l’omosessualità è severamente vietata. In alcune zone come la Somalia dove vige la Shaaria (la legge islamica), la pena di morte è la naturale conclusione di chi decide di manifestare liberamente i suoi costumi sessuali. Anche l’India, l’Iran, la Giamaica fanno parte di quegli Stati che non tollerano i “contro natura” e per questo li puniscono.

Il via libera al provvedimento anti-gay ha lasciato sconcertato il segretario di Stato USA John Kerry, che l’ha definito come un affronto al rispetto dei diritti umani. Kerry ha fatto sapere che gli Stati Uniti non escludono la possibilità di rivedere i rapporti con l’Uganda e il suo presidente, come anche di interrompere gli accordi sui programmi d’assistenza sociale fino ad ora attivi con il paese. «Dobbiamo rimanere in linea con le nostre politiche anti-discriminatorie», continua in una nota il segretario USA, e il Nobel per la pace Desmond Tutu si associa, paragonando la normativa alle persecuzioni naziste.

Elisa Mariella

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