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Concorso Rai, soddisfatto Siddi. Scontro fra praticanti e allievi delle Scuole

di Anna Bigano25 Febbraio 2014
25 Febbraio 2014

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«Un passaggio storico» e «un buon segnale per una nuova Rai»: così ha commentato Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, la decisione di viale Mazzini di bandire un concorso per cento giornalisti professionisti, che avrà l’obiettivo di individuare un bacino a cui attingere nel corso dei prossimi tre anni. I termini della selezione sono stati resi noti ieri mattina e il sindacato si è dichiarato soddisfatto per il rispetto dei tempi e dei contenuti concordati con l’azienda. Nel giorno del discorso della fiducia al Senato del neopremier Matteo Renzi, Siddi ha auspicato che il concorso inauguri una nuova fase di autonomia per la tv di Stato:  «Sarebbe oltre modo positivo che la fortuita coincidenza della data di pubblicazione del bando con la nascita di un nuovo governo diventasse motivo per l’avvio di una riforma che veda la politica lasciare la presa-tenaglia sulla Rai».

Prosegue il dibattito online. Nelle ultime ore la pagina Facebook del presidente dell’Odg Enzo Iacopino si è trasformata in un’arena di confronto e discussione fra i molti che intendono partecipare al concorso. Le novità sulla procedura e sulla valorizzazione del merito per cui Siddi ha espresso apprezzamento sono proprio i temi presi di mira dal popolo del web. C’è chi si ribella per essere stato escluso dal bando in quanto pubblicista, chi vorrebbe che l’esperienza lavorativa avesse un peso maggiore, chi teme che i tempi si allunghino all’infinito (le prove si dovrebbero svolgere fra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, ma la Rai si riserva di posticiparle).

Tre punti per gli allievi dei Master. Fra gli argomenti più scottanti ci sono i tre punti che il bando assegna a chi proviene da una delle scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine. A dare il “la” alle critiche è un post dello stesso Iacopino: «I colleghi che hanno frequentato i Master hanno avuto una opportunità, quella di diventare professionisti, che altri si sono guadagnati sicuramente con costi economici minori, ma con sacrifici maggiori. Senza contare le mortificazioni subite ogni giorno nelle (o ai margini) delle redazioni. Potrei fermarmi qui, ma è bene si sappia che si tratta di una piccola furbata, non concordata con l’Ordine». Sono in tanti, comunque, a ritenere un controsenso che le modalità di assegnazione del punteggio finiscano per discriminare i candidati che hanno svolto il praticantato in redazione, che l’Ordine equipara invece alla frequentazione del Master ai fini dell’accesso alla professione. I colleghi provenienti dalle scuole, però, non ci stanno e rivendicano gli sforzi fatti per superare quei test di selezione che i praticanti “figli di” non hanno mai dovuto sostenere, oltre ai sacrifici economici e gli anni di studio in più alle spalle. I toni sono accesi e, fra minacce di ricorsi al Tar e richieste affinché l’Ordine intervenga, l’attesa iniziativa della Rai rischia di naufragare in partenza.

Anna Bigano

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