Nella sera di lunedì l’aviazione israeliana avrebbe bombardato «diversi obiettivi Hezbollah lungo il confine fra Libano-Siria e nella Valle della Bekaa». La notizia è stata diffusa da una Ong siriana (l’Osservatorio siriano dei diritti umani) e dall’emittente araba di Dubai Al Arabiya, che riferisce anche di alcune vittime. Secondo la tv libanese Al Manar (vicina ad Hezbollah) invece, «nessun raid israeliano è avvenuto in territorio libanese», riferendo solo di «intensi sorvoli dell’aviazione del nemico sulla regione settentrionale della Bekaa».
Israele non smentisce, mentre la conferma arriva dai libanesi autoctoni di Nabi Chit (località che ospiterebbe una base di addestramento militare del partito Sciita) che hanno raccontato a France Press di aver sentito brillare diversi ordigni nella serata e visto volare decine di aerei a bassa quota. Gli attacchi aerei israeliani negli ultimi 18 mesi sarebbero stati almeno sei e tutti volti a scongiurare, secondo le tesi della governance di Israele, il transito degli armamenti del regime di Bashar Assad nelle mani di Hezbollah.
Tutto questo mentre il cancelliere tedesco Angela Merkel inizia una visita ufficiale in Israele, accompagnata da 14 ministri, con un obiettivo preciso: «Fate la pace, faremo affari». Ma non tutti sono della stessa opinione: da ieri un sito web ufficiale dell’esercito israeliano fa girare in rete una foto di una soldatessa bionda con uno slogan che recita: «Quando entro in classe so che preparo i cittadini di domani alla prossima guerra».
Stacchietti Nicola Maria