La Corte Suprema di New Delhi ha ritirato la richiesta della NIA (agenzia anti-terrorismo) di processare per atti terroristici i due militari italiani detenuti in India; la stessa Corte però – riporta il Times of India – ha affidato alla stessa NIA il compito di istruire il processo Marò che da due anni sono in attesa di giudizio. Richiesta inaccettabile per il nuovo governo Renzi che, dopo essersi attribuito il “cambio di rotta” di New Delhi, sottolinea quanto sia inaccettabile che, dopo il ritiro delle accuse da parte della NIA per atti terroristici, sia proprio quest’ultima ad occuparsi del caso di Latorre e Girone. In seguito alla presa di posizione del governo italiano la Corte Suprema ha rinviato l’udienza al prossimo 7 marzo, data in cui le due parti (accusa e difesa) saranno di nuovo a confronto l’una con l’altra.
Il caso è stato evocato anche dal presidente del Parlamento Ue Schulz che si è detto preoccupato e dubbioso per la lunghezza e i ritardi che caratterizzano la vicenda, lanciando poi un appello all’India perché rispetti il diritto internazionale e in particolare la Convenzione sul diritto del mare. Matteo Renzi ha subito tenuto a precisare quanto sia incresciosa la situazione dei due militari all’estero; proprio lunedì il nuovo capo del governo ha telefonato a Latorre e Girone in segno di solidarietà.
Tanti, troppi i rinvii del processo da parte della Corte Suprema: il neo eletto ministro della Difesa Roberta Pinotti, ha espresso l’urgenza di una risoluzione definitiva per i due militari accusati: “I Marò sono nel mio cuore e in quello di tutti gli italiani – ha dichiarato al Corriere della Sera il ministro subito dopo la sua investitura – sono, saranno la mia prima preoccupazione”.
Elisa Mariella
