Potrebbe finalmente trovare risposta il giallo del ventunenne statunitense travolto e ucciso da un treno della linea Civitavecchia-Roma la notte tra mercoledì e giovedì scorso.
Oggi infatti verrà effettuata l’autopsia sul corpo di John Durkin, giocatore di football e studente di Economia della Bates University, nel Maine; ed esaminati i filmati della stazione San Pietro dove il ragazzo è stato trovato senza vita.
A Roma dal 5 gennaio per una vacanza-studio al The Barbieri Center, la sede del Trinity College dell’Aventino, il giovane era solito recarsi a Trastevere con gli amici per il cosiddetto “tour dei bar”. Anche la serata di mercoledì era iniziata così, ma l’epilogo è stato tragico. I compagni con cui si trovava a Campo de’ Fiori lo hanno salutato all’1.30 davanti allo Sloppy Sam’s pub: l’indomani mattina la sveglia sarebbe suonata presto per un’attesa gita a Venezia. Viaggio che non ha avuto luogo dal momento che John non è mai più tornato al College. Gli amici hanno da subito capito che qualcosa non andava e diffuso su Facebook e Twitter messaggi per invitare chi avesse visto il ragazzo a contattarli: lo statunitense era gentile e perbene, a parer loro avrebbe almeno chiamato se fosse rimasto fuori la notte. In giornata la notizia che il corpo di un giovane che risponde all’identikit di John Durkin è stato trovato nella galleria Pamphili della stazione San Pietro; sabato il riconoscimento da parte del padre Tim.
Compagni di scuola e familiari sono stati i primi a porsi domande sull’accaduto, seguiti dalle più importanti reti televisive americane e in ultimo perfino dall’FBI. Nonostante la sbronza, sfugge ai più il modo in cui il ventunenne possa essere arrivato sulle rotaie dalla banchina di una stazione che dista tre chilometri circa dal luogo del suo ultimo avvistamento e il motivo per cui sia stato ritrovato a torso nudo. Da oltreoceano arriva l’ipotesi che qualcuno potrebbe averlo drogato e portato lì, su cui gli inquirenti dovranno indagare.
L’autopsia e l’analisi dei filmati delle telecamere della zona potrebbero rispondere a questi quesiti nei prossimi giorni, chiarendo per lo meno se John Dirkin fosse ancora vivo all’arrivo in stazione.
Nel frattempo, nella comunità statunitense a Roma, si apre nuovamente il dibattito sul facile accesso all’alcol, proponendo un controllo maggiore o prezzi più alti per prevenire casi simili in futuro.
Corinna Spirito