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Pesaro, avvocatessa sfigurata dall’ex, i pm chiedono 20 anni

di Flavia Testorio24 Febbraio 2014
24 Febbraio 2014

lucia-annibali-incontra-284218Il pm del tribunale di Pesaro Monica Garulli ha chiesto 20 anni di carcere per Luca Varani, accusato di essere il mandante dell’agguato in cui la sua ex-fidanzata, Lucia Annibali, è stata sfigurata. Per i due albanesi, esecutori materiali del gesto, la condanna richiesta è, invece, di 18 anni.

 «Una pena bassa» commenta l’avvocato della parte civile Francesco Coli, rispetto ad altri paesi del mondo questo il minimo della pena. Di fatto, senza i limiti e lo sconto della pena previsti dal rito abbreviato, la somma dei reati e delle aggravanti avrebbe portato a 37 anni di detenzione la pena per Varani e 27 per Rubin Talaban e Altistin Precetaj, gli aggressori. L’avvocato della vittima ha, inoltre, richiesto un risarcimento danni pari a 4 milioni di euro.

«Luca Varani ha devastato più vite, non solo quella di Lucia. E’ regredito a un comportamento da villaggio tribale» ha detto in aula Coli aggiungendo che «l’uso intenso e costante di cocaina» (soprattutto nei sette mesi prima dell’aggressione) spiegherebbe il comportamento violento e alterato dell’uomo. L’avvocato dell’accusa ha anche definito come «del tutto inattendibili» le dichiarazioni rilasciate dall’imputato, quelle in cui Varani affermava di aver incaricato i sicari di danneggiare soltanto l’auto della ex e non di sfigurarla.

Lucia è rimasta in silenzio durante tutto il processo. Non ha rilasciato commenti ai giornalisti. Ha presenziato in aula ma, secondo le dichiarazioni del suo avvocato, «vive in uno stato di apprensione permanente» terrorizzata dal fatto che l’uomo possa perseguitarla nuovamente. Invece, non ha nascosto il disprezzo nei confronti dell’ex-fidanzato, la madre della giovane avvocatessa, la quale ha commentato « Mia figlia come l’ho fatta chi me la ridà?».  Varani è parso nervoso. Ed è sembrato commuoversi nel momento dell’arringa d’accusa, mentre l’avvocato della controparte descriveva la vita che la donna ha condotto dal momento dell’aggressione, dovendosi sottoporre a circa dieci interventi chirurgici. Duro il commento dell’avvocato Coli di fronte al gesto:<<Dovevi piangere prima>>. Fuori dall’aula – insieme ai genitori della Annibali – era presente anche un gruppo di donne che, con cartelli appesi al collo (“Noi siamo con Lucia”) hanno espresso il loro sostegno alla vittima, diventata un simbolo per la lotta contro la violenza di genere.  La prossima udienza è prevista per il 17 marzo.

Flavia Testorio

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