Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, riceverà oggi nel pomeriggio (ora di Washington) il Dalai Lama. La questione del mancato rispetto dei diritti umani da parte della Cina è fonte di preoccupazione per il Presidente afroamericano che, proprio di questo, discuterà con il leader spirituale tibetano.
Tuttavia, a poche ore dal meeting, la Cina ammonisce fortemente l’invito di Obama. Il Dalai Lama, rifugiato in India dal 1959, è accusato dal governo cinese di fomentare i comportamenti violenti dei manifestanti che chiedono l’indipendenza del Tibet. Per questo motivo il portavoce del ministro degli esteri cinese ha inviato agli Stati Uniti un comunicato, definendo l’incontro “un’enorme interferenza negli affari interni della Cina” ed una seria violazione delle norme sulle relazioni internazionali. Pechino chiede, dunque, l’annullamento immediato della riunione. In caso contrario non esclude che non ci saranno conseguenze. Obama raccoglie le minacce senza mostrare particolare preoccupazione. Anche i due precedenti meeting avevano suscitato, d’altronde, le stesse reazioni da parte dell’altra grande potenza economica. Minacce che, tuttavia, non si sono mai concretizzate per paura di rompere un delicato equilibrio. Di fatto la Cina resta il principale creditore degli USA per un valore di circa 1.300 miliardi di buoni del tesoro; ed entrambi condividono l’ambizione della spartizione del potere in Asia (l’una in Corea del Nord, l’altra in Iran).
Caitlin Hayden, portavoce del Consiglio nazionale di Sicurezza, risponde al comunicato chiarendo che Mr. Obama non ha alcuna intenzione di sostenere l’indipendenza del Tibet, ma piuttosto è interessato al rispetto dei diritti umani e della libertà religiosa nel Paese. Negli ultimi anni più di 110 tibetani – per lo più monaci – si sono dati fuoco in segno di protesta contro le rigide regole del governo cinese.
Il colloquio, quindi, si terrà. Obama ospiterà il Dalai Lama in una delle sale di rappresentanza della Casa Bianca (e non nello studio ovale), una scelta che sembrerebbe un tentativo di abbassare leggermente i toni della polemica.
Flavia Testorio