È il terzo episodio in meno di otto mesi. Dopo gli ultras Fabrizio Toffolo e Danilo Casadei, gambizzati nel giugno scorso alla Caffarelletta, ieri è stata la volta di Giuliano Simonetti, esponente delle frange estreme del tifo della Lazio. L’uomo, giunto al pronto soccorso del San Camillo, ha raccontato la sua versione dei fatti: «Sono sceso dall’autobus e ho litigato con due giovani su uno scooter che mi stavano investendo. Uno dei due ha estratto una pistola e mi ha sparato ai piedi». Stando a quanto riferito dal trentanovenne, l’episodio si sarebbe verificato a Piazzale Dunant a Monteverde poco dopo le 18 e andrebbe interpretato come una banale lite stradale che ha rischiato di finire in tragedia.
Dubbi. Ma la sua ricostruzione non convince gli inquirenti. Sono molti, infatti, i punti oscuri. Nonostante l’ora di punta, nessuno ha sentito sparare e non ci sono testimoni che abbiano confermato la dinamica dei fatti. Al 113 non sono arrivate segnalazioni di un’aggressione. Nessuno ha visto lo scooter seguire l’uomo e la polizia non ha ritrovato i bossoli nel punto in cui Simonetti ha riferito di essere stato aggredito.
Ombre. Per questa ragione gli inquirenti indagano in tutte le direzioni. In passato Simonetti è stato arrestato per aggressione alle forze dell’ordine. I suoi trascorsi da capo ultras potrebbero essere la causa della gambizzazione di giovedì.
Valerio Dardanelli