“Con l’animo preoccupato seguo quanto in questi giorni sta accadendo a Kiev e assicuro la mia vicinanza al popolo ucraino e prego per le vittime delle violenze, per i loro familiari e per i feriti. Invito tutte le parti a cessare ogni azione violenta e a cercare la concordia e la pace del Paese”. Non è la prima volta che il Papa chiede che cessino le violenze in Ucraina; lo aveva fatto qualche settimana fa durante l’Angelus, l’ha ribadito oggi durante l’udienza generale in piazza San Pietro.
Una piazza stracolma che non delude mai nonostante il tempo incerto e raffiche di vento che tentano di far volar via pure lo zucchetto di papa Francesco durante il suo saluto ai fedeli.
Poi l’inizio dell’udienza e il discorso sulla “confessione”. Il perdono dei nostri peccati – ha detto papa Francesco – non è qualcosa che possiamo darci noi. Io non posso dire: mi perdono i peccati. Il perdono si chiede, si chiede a un altro e nella Confessione chiediamo il perdono a Gesù. Il perdono non è frutto dei nostri sforzi, ma è un regalo, è un dono dello Spirito Santo, che ci ricolma del lavacro di misericordia e di grazia che sgorga incessantemente dal cuore spalancato del Cristo crocifisso e risorto”.
“Anche la vergogna è buona, è salute – ha aggiunto il Papa – avere un po’ di vergogna, perché vergognarsi è salutare”. “Quando una persona non ha vergogna, – ha aggiunto – nel mio Paese diciamo che è un “senza vergogna”: un “sin verguenza”. Ma anche la vergogna fa bene, perché ci fa più umili, e il sacerdote riceve con amore e con tenerezza questa confessione e in nome di Dio perdona. Anche dal punto di vista umano, per sfogarsi, è buono parlare con il fratello e dire al sacerdote queste cose, che sono tanto pesanti nel mio cuore. E uno sente che si sfoga davanti a Dio, conla Chiesa, con il fratello”.
Poi l’invito a frequentare la Confessione! “Ognuno faccia il conto, ma ognuno si dica: quando è stata l’ultima volta che io mi sono confessato? E se è passato tanto tempo, non perdere un giorno di più, vai, che il sacerdote sarà buono. Cari amici, siate coraggiosi: andate alla Confessione!”.