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SANREMO/3 COLPI DI SCENA DAI MARO’ A GRILLO

di Raffaele Sardella19 Febbraio 2014
19 Febbraio 2014

Foto-marò

Dalla Sala stampa del Festival. Sanremo si sveglia con lentezza, d’altronde, la prima serata è stata lunga e ricca di avvenimenti.

Ieri mattina il primo episodio non programmato alla conferenza stampa  dove di solito siedono Fabio Fazio e Luciana, c’erano le compagne dei due fucilieri Salvatore Girone e Massimiliano La Torre, incarcerati in India. Ricevuta la notizia della presenza delle due donne, i due presentatori preferiscono defilarsi, non rispondendo alle domande sull’argomento e abbandonando la sala per ‘continuare le prove’.

Restano le mogli, ospiti del sindaco della cittadina: “Siamo qui per dare voce a un’ingiustizia che Salvatore e Massimiliano sopportano da due anni”. Esordisce Vania Ardito, giovane compagna di Girone, e incalza: “Siamo stanche di aspettare. I nostri mariti sono innocenti, è ora che tornino a casa”. Per le due donne è il momento di chiudere con la linea morbida: “tratteniamo l’ambasciatore indiano fino al rilascio dei nostri soldati”, rilancia Ardito.

La questione scuote la sensibilità dell’intera cittadina. Non solo la fontana di Piazza Cristoforo Colombo è stata tinta di giallo in onore del battaglione dei Marò ma, capita di leggere nella vetrina di un’agenzia viaggi, che non si vendono biglietti aerei per l’India: “Per dare solidarietà ai nostri ragazzi”, recita il cartello.

Il secondo colpo di scena durante la serata, subito dopo il trambusto per l’arrivo di Grillo, è la protesta inscenata sulla galleria del Teatro Ariston da due lavoratori del consorzio del bacino di Napoli e Caserta. I due, scavalcata la balaustra, minacciano di buttarsi e chiedono che il presentatore legga la loro lettera di protesta.  Il presentatore, che in un primo momento sembra voler snobbare i “disturbatori” come un “Déjà Vu”, non sembra brillare per doti di empatia.

Rientrata l’emergenza, si fatica a smaltire l’inquietudine per quanto successo. Fazio è abile ad assorbire il colpo. Non legge la lettera come promesso ma ne rende noti degli stralci, riuscendo –acrobaticamente- a riallacciarli al suo monologo sulla bellezza.

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