Notte di guerriglia quella trascorsa nelle strade di Kiev tra i manifestanti e le forze dell’ordine. Al momento il bilancio è di 25 morti, secondo fonti ufficiali almeno sette sono agenti, e 241 feriti, ma è presumibile che tale numero sia destinato ad aumentare nelle prossime ore.
La giornata di protesta è iniziata martedì mattina con migliaia di protestanti diretti al parlamento. Nel corso della manifestazione i leader dell’opposizione hanno ribadito la loro volontà di intervenire sulla costituzione per limitare i poteri presidenziali. Poche ore più tardi, verso le 18 locali, un ultimatum del governo ha intimato i dimostranti a sgomberare la zona comprendente il parlamento e la Maidan Nezalezhnosti, Piazza dell’Indipendenza, scenario principale di tre mesi di protesta, ricevendo però come risposta un secco rifiuto.
La polizia, dopo aver delimitato l’area, chiudendo le stazioni della metro e impedendo l’accesso al traffico locale, ha cominciato ad abbattere le barricate innalzate dai manifestanti durante il pomeriggio. La reazione di quest’ultimi è stata immediata e centinaia di pneumatici sono stati bruciati per contrastare l’offensiva dell’unità speciale di polizia dei Berkut, difesa presto supportata dal lancio di molotov, pietre e fuochi d’artificio.
L’incontro notturno tenutosi nel palazzo presidenziale, tra l’ex pugile Vitali Klitschko, Arseny Yatsenuk, due dei tre leader dell’opposizione, e Ianukovich, volto a fermare le violenze in corso, si è rivelato fallimentare, anzi, ha portato a un’ennesima rottura. “L’opposizione ha oltrepassato I limiti”, queste le parole del presidente ucraino dopo l’incontro, che ha accusato i leader anti-governativi di “ignorare i principi basilari della democrazia e della legge, istigando la popolazione a prendere le armi contro il proprio paese. L’utilizzo della forza è sbagliato. Il potere si ottiene con le elezioni e non nella strada”.
Nel frattempo, gli scontri si stanno espandendo a macchia d’olio nella regione occidentale del paese, anche in altre città come Lviv, Ivano-Frankivsk e Ternopil. A tal proposito, Valentin Yakushik, professore di scienze politiche all’Università di Kiev, intervistato da Al Jazeera, ha dichiarato: “I leader dell’opposizione ufficiale hanno perso il controllo della gente che protesta per le strade. Nelle ultime ore questi hanno concentrato le loro forze nel vandalismo, nella distruzione di macchine, di palazzi e nel lancio di pietre e di molotov. Una situazione fortemente a rischio”. L’allarme di Yakushik non deve essere passato inosservato, tanto da far intervenire il vice presidente Usa Joe Biden, che ha espresso telefonicamente le proprie preoccupazioni allo stesso Ianucovich. Anche il capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton, ha denunciato quanto accaduto nella notte di Kiev: “Il governo ucraino deve eliminare alle radici le cause della crisi in atto e ritornare immediatamente entro un contesto democratico e parlamentare”. Francois Hollande, citato dalla portavoce francese Vallaud-Belkacem, “pretende che siano esaminate delle sanzioni individuali” rispetto all’attuale situazione in Ucraina.
Opposta la tesi di Mosca e del ministro degli Esteri Lavrov, che accusa la politica attuata da Usa e Ue quale “causa diretta della guerra civile ucraina”.
Renato Paone