ROMA – Il ddl intercettazioni diventa legge. In seduta notturna la Camera ha approvato con 147 voti favorevoli, 67 contrari e un astenuto il disegno di legge che modifica l’uso delle intercettazioni imponendo un tetto di 45 giorni. Si tratta di un solo articolo che modifica il codice di Procedura penale.
La modifica principale riguarda le intercettazioni da parte della polizia giudiziaria. Secondo la nuova norma, nel corso delle indagini gli organi di polizia competenti potranno far uso dello strumento di intercettazione per un tempo limitato di 45 giorni. Un limite che potrà essere prorogato solo in poche occasioni giustificate “dall’emergere di elementi specifici e concreti, che devono essere oggetto di espressa motivazione”, si legge nel testo che entrerà in Gazzetta Ufficiale. Tra i casi particolari rientrano per esempio le indagini legate alla criminalità organizzata o al terrorismo.
Un’eccezione che però non si estende ai reati previsti dal Codice rosso. La proposta, avanzata dall’opposizione e respinta dalla maggioranza, chiedeva infatti di far rientrare nei casi particolari anche gli episodi di stalking e violenza domestica. Tuttavia è stato approvato alla Camera un ordine del giorno che impegna il governo ad includere i casi da codice rosso nell’eccezione della nuova legge, ma soltanto in futuro. “Lo si farà con un altro provvedimento”, ha promesso il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto.
A criticare la nuova legge è il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri. Per il magistrato l’approvazione del ddl chiude un cerchio “iniziato con l’abolizione dell’abuso di ufficio. I cittadini non avranno tutela contro abusi e sopraffazioni”. A giudicare la norma come “un errore gravissimo” è anche il capogruppo del Pd in commissione Giustizia Federico Gianassi. Per il deputato la stretta alle intercettazioni infatti “fa calare una mannaia senza precedenti anche in caso di reati gravissimi come l’omicidio”.