Classe ’54, originario di Sassari, docente di economia e prorettore dell’Università della stessa città, Francesco Pigliaru è il nuovo presidente della regione Sardegna. I risultati definitivi, arrivati solo a notte inoltrata, hanno sancito la vittoria del candidato di centrosinistra, che con il 42% delle preferenze strappa l’isola al governatore uscente Ugo Cappellacci, centrodestra, fermo al 39,9%. Una vittoria, quella di Pigliaru, in cui il neoeletto aveva sempre dimostrato grande fiducia, ma per nulla scontata (la sua candidatura è stata decisa in tutta fretta poco più di un mese e mezzo fa, dopo che la vincitrice delle primarie, Francesca Barracciu, era stata travolta dallo scandalo dei rimborsi elettorali in Consiglio regionale).
La beffa del voto disgiunto. Grazie al premio di maggioranza, il centrosinistra conquista 36 seggi su 60. I restanti 24 andranno al centrodestra, punito dal voto disgiunto: avrebbe conquistato la maggioranza se ai voti di Cappellacci si fosse sommato il 5,74% del rivale di sempre Mauro Pili, ex deputato PdL e leader del movimento Unidos. Con un deludente 10% (i sondaggi davano almeno cinque punti in più), restano invece fuori dal Consiglio regionale la scrittrice Michela Murgia e la sua coalizione Sardegna Possibile.
Il sostegno di Renzi e Berlusconi. Non è servito a Cappellacci l’appoggio di Silvio Berlusconi, volato a Cagliari per ben due volte in campagna elettorale per parlare in favore del suo candidato. Sul fronte opposto, non ha danneggiato Pigliaru l’assenza di Matteo Renzi, che ha cancellato all’ultimo momento l’appuntamento in Sardegna a causa delle tumultuose vicende politiche che l’hanno coinvolto negli ultimi giorni, ma che è stato fra i primi a chiamare il vincitore per fargli i complimenti.
«Ora subito al lavoro». Schivo e riservato – così lo descrivono i suoi – Pigliaru non è completamente estraneo alla politica, essendo stato nel 2006 assessore alla Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio nella giunta Soru, ma non è nemmeno iscritto al Pd e il suo è sempre stato un ruolo essenzialmente tecnico. Mentre ieri celebrava la vittoria insieme ai simpatizzanti al ritmo dello slogan “Cappellacci dacci le chiavi”, il nuovo presidente ha dichiarato di voler dare immediata attuazione al suo programma elettorale: lavoro, misure in favore dell’occupazione giovanile, lotta agli impedimenti burocratici che bloccano l’imprenditoria e revoca del contestato Piano paesaggistico varato dalla giunta di centrodestra fra i gli ultimi provvedimenti.