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HomeEconomia Profondo rosso a Wall Street, giù Dow Jones e Nasdaq. Sprofonda del 14% Tesla

Profondo rosso a Wall Street
Tesla perde il 14% in borsa
Incombe lo spettro recessione

L'effetto dei dazi voluti da Pechino

e i miliardari Usa continuano a perdere

11 Marzo 2025
Wall Street

Elon Musk, CEO di Tesla | Foto Ansa

NEW YORK – Azioni e reazioni. Come era stato ampiamente pronosticato, gli effetti delle politiche di Donald Trump hanno avuto un impatto dirompente sull’economia americana, causando un vero e proprio lunedì nero a Wall Street. Tra i crolli più consistenti il Dow Jones e lo S&P 500, che sono arrivati a perdere oltre il 2%, mentre il Nasdaq è affondato di oltre il 4%, con una perdita di oltre mille miliardi di dollari. 

Il crollo di Tesla e l’influenza cinese

L’ondata di vendita ha colpito con particolare forza il settore delle banche e delle bigtech. Se Citigroup, Morgan Stanley e Goldman Sachs hanno perso oltre il 4%, il tonfo più evidente è indubbiamente quello di Tesla. Il colosso delle auto elettriche ha registrato un calo del 14%, pagando a caro prezzo il crollo della vendita in Cina. Nel mese di febbraio, infatti, la casa automobilistica fondata dal leader del DOGE ha venduto sul mercato cinese poco più di 30.000 veicoli, quasi la metà rispetto all’anno precedente. Al crollo di Tesla in Cina, fa da contrappeso l’impressionante scalata della rivale mandarina Byd, che a febbraio ha goduto di una crescita del 187%. 

Le perdite dei paperoni presenti all’insediamento di Trump

Il crollo di Tesla ha trascinato al ribasso anche le altre Magnifiche 7: Apple, Meta, Alphabet, Nvidia e Amazon hanno perso oltre il 5%, mentre Microsoft è riuscita a limitare le perdite al 3,5%. Le aspettative dei miliardari presenti al giuramento di Trump, dunque, sono state al momento disattese. Rispetto a un inizio in volata, Bloomberg ha stimato una perdita complessiva di 1400 miliardi per le aziende che stanno dietro alle fortune dei partecipanti all’inaugurazione presidenziale del 20 gennaio. Elon Musk ha visto ridursi il proprio patrimonio di ben 148 miliardi, il patron di Amazon, Jeff Bezos, ha perso 29 miliardi, mentre il co-fondatore di Google, Sergey Brin, ha visto un calo di 22 miliardi di dollari. Più modeste invece le perdite per Bernard Arnault e Mark Zuckerberg, rispettivamente CEO di LVMH e presidente di Meta, con patrimoni in calo per 5 miliardi. 

Dazi cinesi, strategia verso il tavolo delle trattative

Oltre che sul pesante tonfo di Tesla, la Cina ha influito sul crollo di Wall Street anche a causa dei dazi tra il 10 e il 15% voluti da Pechino su alcuni prodotti agricoli statunitensi come soia, carne di maiale, mais e pollame. La decisione cinese, pronta già dal 4 marzo, è stata messa in atto subito dopo gli ulteriori dazi del 10% imposti da Washington sulle merci cinesi. L’obiettivo di Xi Jinping è quello di colpire la base elettorale trumpiana, in modo tale da portare il presidente statunitense al tavolo delle trattative. Secondo fonti del South China Morning Post, infatti, “entrambi i paesi stanno lavorando per organizzare un vertice ad aprile”. 

Lo spettro della recessione

Il quadro complessivo statunitense vede gli investitori guardare con crescente preoccupazione alle politiche economiche aggressive e isolazioniste di Donald Trump. Il timore più grande è indubbiamente quello della recessione. Nonostante lo stesso presidente Usa si sia limitato a parlare di un inevitabile “periodo di transizione”, seguito dal segretario al Commercio Howard Lutnick secondo cui “non ci sarà alcune recessione”, sono in molti a temere il quadro tratteggiato dalla Fed. Secondo la Banca centrale statunitense, infatti, il pil americano potrebbe contrarsi del 2,4% nel primo trimestre del 2025, in quella che sarebbe la performance peggiore dall’era del Covid. Sulla stessa linea anche JP Morgan, che prevede un rischio di recessione nel 2025 al 40%, in rialzo rispetto al 30% di inizio anno.

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