DOHA – “Un errore fatale”, così il ministro delle finanze israeliano, Bezalel Smotrich ha definito i colloqui diretti tra Stati Uniti e Hamas. In un’intervista a Kan Radio il ministro ha annunciato l’intenzione del capo di Stato Maggiore dell’Idf, Eyal Zamir, di continuare a combattere nella Striscia in “una campagna molto più intensa, rapida e potente”.
Nella mattinata di lunedì 10 marzo Israele ha inviato la sua delegazione a Doha per proseguire gli incontri di pace ed estendere il cessate il fuoco a Gaza. L’inviato speciale Usa per il Medio Oriente, Steve Witkoff, dovrebbe arrivare in Arabia Saudita martedì, e poi nella capitale del Qatar mercoledì. Sul tavolo ci sarebbe il cosiddetto piano Witkoff, che vorrebbe il rilascio da parte di Hamas di dieci ostaggi ancora in vita in cambio di altri 60 giorni di cessate il fuoco.
Gaza al buio, la tattica di Israele
Intanto la Striscia resta da domenica sera senza elettricità per ordine di Israele. L’obiettivo è quello di fare pressione su Hamas perché ceda al compromesso e prolunghi la prima fase dell’accordo di tregua. Così ieri è arrivata la firma all’ordine governativo da parte del ministro israeliano dell’energia, Eli Cohen. “Israele utilizzerà tutti i mezzi a sua disposizione per garantire il ritorno di tutti gli ostaggi israeliani e garantire che Hamas non rimanga a Gaza dopo la guerra”, ha dichiarato Cohen prima di tagliare l’energia elettrica a tutta la Striscia.
La reazione dei capi di Hamas non si è fatta attendere. Per il portavoce dell’organizzazione Abdel-Altif Al-Qanoa, Hamas ha già mostrato flessibilità nel corso dei colloqui in Arabia Saudita. “Ora Israele accetti di passare alla seconda fase degli accordi”, ha concluso. A definire inaccettabile il taglio dell’elettricità è anche Izzat al-Rishq, membro dell’ufficio politico di Hamas. Per Izzat si è trattato dell’ennesimo “tentativo disperato” da parte di Israele di fare pressione sulla popolazione palestinese attraverso “tattiche di ricatto a buon mercato”.