L’Istat ha diffuso i dati aggiornati su crescita economica, pressione fiscale e finanza pubblica per il 2024, delineando un quadro in chiaroscuro. Il Pil è aumentato dello 0,7%, un dato inferiore alla previsione del governo dell’1% indicata nel Piano strutturale di bilancio. Contestualmente, la pressione fiscale è salita al 42,6%, in crescita di oltre un punto percentuale rispetto al 2023.
L’incremento delle entrate pubbliche, pari al 3,7%, è stato trainato soprattutto dall’aumento delle imposte dirette (+6,6%), dovuto alla maggiore incidenza di Irpef e Ires. Anche le imposte indirette hanno registrato un rialzo del 6,1%, con l’Iva, l’Irap e le tasse sull’energia tornate ai livelli precedenti la crisi energetica. Sul fronte della spesa pubblica, si è registrata una riduzione complessiva del 3,6%, principalmente per il calo delle uscite in conto capitale (-39,9%), legato alla fine delle agevolazioni edilizie come il Superbonus.
Nonostante il miglioramento del deficit, che si attesta al -3,4%, il debito pubblico è salito al 135,3% del Pil, restando comunque inferiore alla stima dell’esecutivo fissata al 135,8%. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha commentato con ottimismo i dati: “La finanza pubblica è in salute. L’avanzo primario certificato oggi dall’Istat è una soddisfazione morale”.
Il Codacons, però, lancia l’allarme sui consumi delle famiglie, evidenziando tagli significativi alla spesa per beni essenziali: alimentari (-0,3%), abbigliamento (-3,6%) e salute (-3,7%). Secondo l’associazione, questi numeri indicano la necessità di misure più efficaci per sostenere il potere d’acquisto e rilanciare la domanda interna, vero motore della crescita economica.