BOLOGNA – Il capo chino, il velo intorno al volto coperto da una mascherina chirurgica: così ha attraversato il cortile della Corte d’Appello di Bologna Nazia Shaheen, la madre di Saman Abbas. Ritenuta insieme al marito Shabbar Abbas mandante dell’uccisione della figlia, oggi per la prima volta entra in un’aula giudiziaria nell’ambito del processo che la vede imputata per l’omicidio avvenuto nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara.
Già condannati all’ergastolo in Corte d’Assise, la prima udienza del processo di secondo grado presieduta dal giudice Domenico Stigliano si sta svolgendo nell’aula Bachelet del Tribunale di Bologna. Con i genitori della vittima, presenti anche lo zio della ragazza, Danish Hasnain – una condanna a 14 anni a seguito della caduta di tutte le aggravanti – e i due cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, assolti in primo grado.
Pur “dando atto della rilevanza sociale del processo” sull’omicidio di Saman Abbas la Corte di assise di appello di Bologna ha ritenuto che “il diritto di cronaca e informazione può essere adeguatamente esercitato dall’assicurata presenza in aula dei giornalisti, anche senza telecamere”. E quindi “non autorizza l’ingresso di qualsivoglia telecamera in aula e fa divieto di fare riprese”. È il contenuto dell’ordinanza letta dal presidente.