Una città rinata completamente e ricostruita solo in parte sulla falsa riga di quella che era. Un teatro romano e la Rocca Janula sopravvissuti al bombardamento del 1944 a rappresentarne la memoria. Oggi Cassino conta quasi 34 mila abitanti e ha una ferita aperta che non vuole dimenticare. Anzi, si prepara a commemorare con un anno di eventi in occasione del settantesimo anniversario dalla distruzione.
Ha una data e un’ora precisa, l’inizio della fine della Cassino così come la si conosceva fino alla Seconda Guerra Mondiale. Ore 8,30 del 15 marzo 1944. Probabilmente più di quattrocento aerei alleati sganciarono oltre mille tonnellate di esplosivo. Fino a mezzogiorno. Subito dopo, partì l’attacco dell’artiglieria: altre due ore di spari sulla città e sulla collina. Fino a quando le truppe neozelandesi e indiane tentano l’incursione ma incontrano la resistenza dei tedeschi. Il tentativo di conquista della città proseguì nei giorni successivi e si bloccò al caposaldo tedesco. Anche l’intervento sulla città di Cassino, così come quello sul Monastero di un mese prima, si rivela pieno zeppo di errori, come le bombe lanciate sul quartier generale dell’Ottava Armata Inglese e i bombardamenti su Venafro. Anche questo orrore della guerra, insomma, è costato il sacrificio di tantissime vite umane.