Grande “rammarico e perplessità” per l’esecutivo in seguito al rifiuto dell’Onu di mediare con il governo indiano sul caso dei due marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre accusati di terrorismo dal governo indiano. Poi la svolta. Esattamente ieri sera, subito dopo la presa di contatto dell’ambasciatore italiano all’Onu, Sebastiano Cardi, e il segretario generale dell’Onu, Ban Ki- moon. Un chiarimento necessario quello tra la Bonino e Ban Ki-moon in seguito alle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Segretario Generale, che invitava Italia e India a risolvere sul piano bilaterale la vicenda dei fucilieri di marina Latorre e Girone.
Nel colloquio avuto ieri sera, il segretario generale, “mi ha assicurato comprensione e l’assicurazione di una sua successiva azione nei confronti delle autorità indiane”- dice la Bonino. Ma non solo, ho chiesto alle Nazioni Unite che si pronuncino con fermezza contro l’applicazione del SUA Act (la legge anti-terrorismo) nei confronti dei due marò”. Intanto, il sostegno all’Italia è stato espresso anche nella riunione di coordinamento dell’Unione Europea tenutasi ieri a New York.
Una vicenda quindi, sempre più complicata quella dei due Marò del Reggimento San Marco, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre impegnati due anni fa in attività’ antipirateria previste da alcune Risoluzioni delle Nazioni Unite. Infatti, dopo aver appreso che l’India vuole applicare la legge sul terrorismo e approfondire la questione dal punto di vista giuridico, il governo italiano negli ultimi giorni si è impegnato rivolgendosi a tutte le istituzioni di cui è membro.
La partita ancora non è terminata e di pazienza ne servirà davvero tanta.