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HomeCultura Il Piper compie 60 anni: da Bob Dylan agli Stones, la storia del tempio del beat

Il Piper compie 60 anni
tra storia e presente
La discoteca dei giovani

Tutto cominciò il 17 febbraio 1965

Bob Dylan, Rolling Stones e non solo

di Marco Bertolini17 Febbraio 2025
17 Febbraio 2025
piper 60 anni

L'ingresso del Piper Club | Foto Ansa

ROMA – Si scrive “discoteca leggendaria”, si legge Piper. Il “tempio del beat” compie 60 anni e questo weekend, come capitava nel 1965, ha ospitato centinaia di ragazzi e ragazze dentro e fuori dal locale. Oggi come allora, il Piper è l’isola felice della musica italiana. E non solo.

La discoteca continua ad essere il centro del divertimento giovanile ancora oggi | Foto Ansa

Tutto comincia al numero 9 in via Tagliamento

Il 17 febbraio 1965, all’entrata del lussuoso quartiere Coppedè, comincia la storia. Nello spazio di un garage l’avvocato Alberigo Crocetta, insieme ai soci – il commerciante di automobili Giancarlo Bornigia e l’importatore di carne Alessandro Diotallevi – decide di aprire il locale.

Un inizio non facile per la discoteca | Foto Ansa

La discoteca in breve tempo diventa una comunità, con persone che si incontrano per scambiare dischi, assistere a performance musicali dal vivo. Ma soprattutto i primi esperimenti dei dj di far ballare la musica rock che stava giungendo dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti. I primi gruppi a suonare furono i The Rokes affiancati dall’Equipe 84, poi arrivano i Pooh, Lucio Battisti, i Dik Dik. Altri hanno cominciato la propria carriera proprio al Piper, come Antonello Venditti e Gianna Nannini.

L’identità della prima discoteca di Roma

Al Piper ci hanno suonato tutti, dai Rolling Stones a Jimi Hendrix, ma anche Bob Dylan. Anche i Beatles sono passati, ma solo per provare alcuni brani. Non solo cantanti e gruppi ma anche artisti, come Alberto Moravia e Mario Schifano. Attori come Vittorio Gassman e Anna Magnani, hanno frequentato il locale, anche Carlo Verdone, che a volta suonava la batteria. Il Piper per l’Italia è stato quello che altri club sono stati per Londra e New York negli anni ‘60 e ‘70: un luogo di incontro dei nuovi giovani. Luogo libero ma con una regola, l’unica: ci voleva un look. Per le ragazze la minigonna era d’obbligo. C’erano ballerini: “I Collettoni e le Collettine” di Rita Pavone avevano Renato Zero e Loredana Berté nel corpo di ballo.

Rita Pavone al Piper | Foto Ansa

In sala dominavano Mita Medici e Patty Pravo, “La ragazza del Piper”. In una sera del 1966, Nicoletta Strambelli, viene invitata da Luigi Tenco al proprio tavolo, dove c’erano anche Renzo Arbore, Gianni Boncompagni e Crocetta. Quest’ultimo la ribattezza Patty Pravo, oltre che nominarla come first lady del suo locale.

Non solo Patty Pravo

A soli 15 anni Mita Medici era già protagonista delle notti d’oro nel club romano, in cui “si respirava aria di rivoluzione”. Lo racconta a Il Messaggero Patrizia Vistarini, il vero nome di Mita, che si ricorda come già dopo poche settimane dall’apertura, il locale era famoso per “l’idea geniale di trovare uno spazio da consegnare ai giovani”. Al Piper non c’era una bolgia infernale “ma gioiosissima”, potendoci trovare persone simili.

La sala dove negli anni ’60 e ancora oggi si balla al Piper | Foto Ansa

Il 1965 è stato un anno di rivoluzione dei costumi che il Piper ha incarnato. Lì ci andavano tutti: dai ragazzi delle famiglie borghesi romane agli operai e i meccanici desiderosi di svagarsi. Studenti, artisti. Una fucina di sogni che provava anche a costruire qualcosa.

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