MOSCA – Organizzare “velocemente” un incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin, perché i due leader “hanno molto di cui parlare”. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affidato all’agenzia di stampa russa Ria Novosti questa intenzione, specificando però che è “impossibile” fornire una data in quanto il lavoro per organizzare il vertice “comincerà in questi giorni”.
La telefonata tra i due presidenti
La dichiarazione di Peskov arriva dopo il lungo colloquio telefonico tra i presidenti, durante il quale il capo del Cremlino ha invitato il suo omologo americano a Mosca. “Abbiamo concordato di lavorare insieme, molto da vicino, anche visitando le rispettive nazioni”, ha scritto il presidente americano su Truth, promettendo che i due faranno “iniziare immediatamente i negoziati”. Il tycoon ha poi anticipato la volontà di “chiamare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per informarlo della conversazione”. La distensione dei rapporti diplomatici tra le due superpotenze potrebbe davvero portare a un cessate il fuoco in un “futuro non troppo distante”. Tuttavia le condizioni per la pace sembrerebbero essere punitive nei confronti dell’Ucraina.
La svolta di Trump
La ritrovata vicinanza tra Putin e Trump ha portato il tycoon su posizioni più dure nei confronti di Kiev. La linea americana è mutata rispetto all’amministrazione Biden, con il nuovo presidente che si è detto d’accordo con il Cremlino riguardo l’entrata dell’Ucraina nella Nato: “Personalmente non credo che sia praticabile. Penso che, molto prima del presidente Putin, abbiamo detto che non avrebbero mai permesso una cosa del genere.” Trump ha inoltre chiarito con Zelensky che l’aiuto americano avrà un prezzo: circa 500 miliardi di dollari di terre rare e materie prime.
Il ruolo dell’Europa nei negoziati
Rimane incerto il ruolo dell’Europa nei negoziati. “Prematuro” parlare del coinvolgimento europeo, ha detto Peskov all’agenzia Interfax, mentre i leader del Vecchio continente commentano gli sviluppi del conflitto. Il segretario generale della Nato Mark Rutte ha chiesto espressamente il coinvolgimento dell’Ucraina nei negoziati e ha messo in guardia le parti sulla sostenibilità della pace sul lungo periodo. Il timore di Rutte è che si arrivi ad accordi simili a quelli di Minsk del 2015: “C’è anche accordo sul fatto che non ci debba essere una Minsk 3, che l’accordo sia sostenibile, che Putin non possa prendere altra terra in Ucraina.”
L’Alto rappresentante per la politica estera Ue Kaja Kallas ha incontrato in mattinata il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, al quale ha assicurato il pieno sostegno “a Kiev nella sua lotta”. Mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz respinge una “pace imposta” all’Ucraina che, secondo le dichiarazioni di Zelensky e Trump, sarà costretta anche a rinunce territoriali.
La Cina come “pacificatore”
Diverso il ruolo che vuole ritagliarsi la Cina nella transizione verso la pace. L’idea del Dragone sarebbe quella di fare da pacificatore in Ucraina anche dopo la fine del conflitto con una missione umanitaria di peacekeeping. Secondo il Wall Street Journal, i funzionari cinesi hanno lanciato la proposta al team del tycoon tramite intermediari di tenere un vertice tra i due leader per facilitare “gli sforzi di mantenimento della pace dopo un’eventuale tregua”. Pechino ha dichiarato di essere “soddisfatta” nel vedere gli Stati Uniti e la Russia “rafforzare la comunicazione”.