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Cinema chiusi a Roma, Corrotti (FdI): “Entro febbraio norma in aula”

di Tommaso Di Caprio12 Febbraio 2025
12 Febbraio 2025
Laura Corrotti

Laura Corrotti, consigliera regionale di Fratelli d'Italia

“È ovvio che se riuscissimo a rilanciare il cinema della nostra Regione e della Capitale sarebbe una grande vittoria, ma la politica deve fare delle scelte” anche quando le cose vanno meno bene. Con pragmatismo, Laura Corrotti, consigliera regionale di Fratelli d’Italia, mette subito le cose in chiaro quando parla del futuro di un asset importante come quello delle sale cinematografiche. Corrotti torna sulla vicenda dopo le polemiche delle scorse settimane e il dietrofront del presidente Rocca, che ha aperto un tavolo di dialogo con i rappresentanti del settore. 

Corrotti, l’emendamento da lei proposto sulla semplificazione urbanistica per il recupero degli ex cinema ha sollevato tantissime polemiche. Pensa che questa sia sempre la strada giusta per salvare le sale della Capitale?

“Noi governiamo da un paio di anni e prima ci sono state due legislature a guida centrosinistra che non hanno fatto molto sui cinema. Per cui, il nostro obiettivo è quello di riattivare seriamente la filiera del cinema garantendo a proprietà, o comunque a investitori, di riaprire quelle sale chiuse o abbandonate da oltre dieci anni. Tra l’altro, l’idea alla base di questo emendamento era già prevista da una legge regionale di qualche tempo fa”.

Quali sono i prossimi passi?

“Insieme ai rappresentanti della categoria e ai produttori, ci siamo dati quindici giorni per definire quella che sarà poi la proposta finale che andrà approvata in aula. I tempi sono stretti e io vorrei che questa norma arrivasse in aula entro febbraio. Ovviamente, tenendo sempre conto di quali sono le esigenze sia territoriali che politiche. Vogliamo fare in modo che le sale non restino nel degrado ma possano riaprire il prima possibile. Anche perché questo articolato sui cinema è un piccolo pezzo di una legge di semplificazione urbanistica che i territori attendono da tantissimo tempo. 

Cosa succederà adesso?

“A breve ci rivediamo con tutti gli attori in campo e buttiamo giù l’idea. Poi la variamo tecnicamente e la inseriamo con un emendamento dentro la norma come modifica, se c’è da modificare qualcosa. Perché può essere che alla fine rimanga tutto così. Dipende da come si evolve il tavolo di confronto”. 

Nel corso dell’incontro si è parlato anche della possibilità di assegnare delle premialità per chi decide di trasformare i cinema chiusi in spazi culturali. Come funzionerà?

“In realtà non abbiamo definito quale sarà la premialità reale. Stiamo dirimendo alcuni aspetti tecnici e il tavolo di confronto è ancora aperto. Nell’incontro con il presidente Rocca abbiamo disposto che sia esercenti che produttori potevano avanzare delle proposte nero su bianco, tipo emendamenti, che noi avremmo vagliato sulla base della nostra idea politica. In linea generale si sta discutendo sulla possibilità che quando un cinema abbandonato da anni riapre cambiando una parte percentuale di destinazione d’uso e destina un’altra piccola parte ad attività culturali, gli venga riconosciuta una premialità di cubatura in più intorno allo stabile o in altre zone. Ma questo è solo un esempio pratico”.

Il presidente Rocca ha riproposto di mappare i cinema dismessi per arrivare “a un piano regolatore”. Serve davvero come operazione?

“La mappatura dei cinema serve sempre, però già abbiamo contezza di quanto e come le sale della nostra Capitale sono state chiuse. Ad esempio, ci sono circa una quarantina di cinema chiusi a Roma oggi. Alcuni dagli anni Novanta come il cinema Astra oppure il Metropolitan, che si trova nel tridente della Capitale ed è chiuso dal 2011. Diciamo che mappare le sale dismesse nella città è utile per andare a decifrare le iniziative da mettere in campo sul territorio”.

Non la preoccupa il fatto che una legge proposta per riqualificare dal degrado spazi storicamente usati per attività culturali, possa agevolare chi ha intenzione di fare solo business?

“Abbiamo considerato questa possibilità e abbiamo messo dei paletti in modo da destinare una piccola parte delle strutture ad attività culturali. Un risultato che per noi rappresenta sempre una vittoria. Anche perché la domanda che faccio spesso a tutti in questi giorni è se sia meglio avere un cinema chiuso e abbandonato da anni, oppure aprire nella stessa struttura rivalutata, magari anche ad uso commerciale, un piccolo cinema. È ovvio che se riuscissimo a rilanciare il cinema della nostra regione sarebbe una grande vittoria, ma la politica deve fare delle valutazioni e delle scelte.”

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